La malattia può togliere molto ad un uomo, ma le emozioni mai. Henry è malato di Alzheimer, non ricorda molto della sua vita e la sua memoria si è quasi azzerata. Da dieci anni...
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Quando era più giovane amava ascoltare musica e cantare, in qualunque momento. La sua passione non è cancellabile, non può rimanere sommersa sotto la sabbia. Questa speranza ha spinto i suoi parenti a tentare di animare nella sua testa una reazione, riportandolo con la mente alla sua giovinezza.
Nell’ambito del progetto “Alive Inside” (Vivi dentro), il neurologo Oliver Sack ha deciso di tentare. Nella casa di cura dove vive Henry ha portato la sua musica e un paio di cuffie. Le ha messe nelle sue orecchie e ha spinto "play". Il viso di Henry si è illuminato, gli occhi si sono sbarrati. In pochi secondi è ritornato nel suo mondo, quello abbandonato negli ultimi anni. Ha iniziato a canticchiare, a muovere la testa. “Vado pazzo per la musica e questa è bella musica, un bel sound. Da ragazzo amavo Cab Calloway”, dice Henry al neurologo. Stava ricordando. "Perché", sostiene Sack, , “la musica si imprime sul cervello più di qualsiasi altra esperienza umana ed evocando le emozioni porta con sé anche la memoria”. E le emozioni indimenticabili. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino