Dallo spazio all'Himalaya: l'astronauta Maurizio Cheli conquista la vetta dell'Everest

Maurizio Cheli al Campo base
Nel 1996, a bordo dello Space Shuttle Columbia, aveva fotografato la montagna più alta del mondo. Da lassù la vista dell'Everest lo aveva affascinato a tal punto...

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Nel 1996, a bordo dello Space Shuttle Columbia, aveva fotografato la montagna più alta del mondo. Da lassù la vista dell'Everest lo aveva affascinato a tal punto da convincerlo a conquistarne la vetta. Dopo 28 anni il sogno si è realizzato.


Il singolare scalatore è Maurizio Cheli, l'astronauta italiano che alle 2 della notte del 17 maggio, insieme alla guida alpina valdostana François Cazzanelli, ha raggiunto la vetta della montagna a 8.848 metri. «Da allora, dai tempi dello Shuttle -ha scritto Cheli sul suo sito internet- ho sempre desiderato raggiungere la cima di quella montagna. Guardare quel pezzo di mondo dalla prospettiva inversa rispetto a quella che mi vedeva in quel momento con la mia macchina fotografica a pochi centimetri dal vuoto dello spazio. Ora posso finalmente farlo».
 

LA SPEDIZIONE
Quando a Marco Camandona, alpinista valdostano di lungo corso, gli è arrivata la richiesta, non poteva credere alle sue orecchie. Quello che chiedeva di essere accompagnato sul tetto del mondo era nientepocodimeno che un astronauta. «Con entusiasmo -ha detto- ho accolto questa ennesima sfida e quindi abbiamo organizzato Il progetto Everest 2018 che si prefiggeva lo scopo di raggiungere la cima attraverso il versante nepalese della parete Sud».
In men che non si dica la squadra era pronta e ad aprile partenza per Kathmandu con Maurizio Cheli, la guida alpina François Cazzanelli e un suo cliente, Sergio Cirio.


(L’ascesa al Campo 3, siamo a martedì 8 maggio)

IL DIARIO DI BORDO
Il diario di bordo della spedizione è visibile qui e ripercorre tutte le tappe della spedizione alpinistica: dalla partenza dal Campo base fino alla cionquista della vetta.
Partiti da lo scorso 10 aprile, dopo una trentina di giorni di acclimatamento, dunque, la spedizione italiana ha raggiunto il suo obiettivo. Da lassù, attraverso la tecnologia satellitare, i membri hanno fatto sapere che stanno bene e che hanno iniziato la discesa verso il campo base. Il sogno di Maurizio Cheli alla fine si è realizzato e ora vedrà le stelle non da una sonda nello spazio, ma con i piedi ben piantati sulla montagna più alta della Terra.

L'ASTRONAUTA

Il 4 maggio scorso Maurizio Cheli ha compiuto 59 anni ed è stato il primo astronauta italiano ad avere il ruolo di mission specialist durante la missione STS-75 il cui equipaggioo era composto dagli statunitensi Andrew M. Allen (comandante); Scott J. Horowitz (Pilota); Franklin R. Chang-Diaz (comandante scientifico); Jeffrey A. Hoffman (specialista di missione); dallo svizzero Claude Nicollier (specialista di missione) e da un altro italiano, Umberto Guidoni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino