Londra, il nonno sbaglia a compilare il visto per gli Usa: bimbo di tre mesi interrogato come sospetto terrorista

Londra, il nonno sbaglia a compilare il visto per gli Usa: bimbo di tre mesi interrogato come sospetto terrorista
Doveva tornare a casa, in Florida, insieme alla sua famiglia sul volo Londra-Orlando ma un errore sul visto gli è costato un “interrogatorio” da terrorista. Il...

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Doveva tornare a casa, in Florida, insieme alla sua famiglia sul volo Londra-Orlando ma un errore sul visto gli è costato un “interrogatorio” da terrorista. Il protagonista di questa vicenda è Harvey Kenyon-Cairns, tre mesi di vita e un aneddoto destinato ad essere raccontato per generazioni. Il signor Paul, nonno di Harvey, ha erroneamente risposto "sì" alla domanda per il visto che chiedeva se il nipotino fosse intenzionato a compiere o avesse mai compiuto atti terroristici o genocidi, attività di spionaggio e sabotaggio. Ovviamente una svista, considerata la tenerissima età, ma sufficiente alle autorità per impedire al bimbo di volare verso Orlando. Nonno Paul, infatti, ha dovuto accompagnare il piccolo all’ambasciata americana di Londra dove il sospettato terrorista sarebbe stato sottoposto ad interrogatorio.


«Harvey - ha raccontato poi Kenyon al The Guardian - è stato bravissimo per tutto il colloquio e non ha pianto neanche una volta. Avevo pensato di portarlo in una tuta arancione da carcerato ma ho evitato perché quelli dell’ambasciata non sembravano avere senso dell’umorismo». Senso dell’umorismo british, date le circostanze, che invece non manca a nonno Paul che ha aggiunto: «Ovviamente non ha mai fatto spionaggio né commesso genocidi, ma ha sabotato qualche sonnellino». Un malinteso che alla famiglia, però, è costato qualcosa in più di una risata: i Kenyon, infatti, tirando le somme hanno perso circa 3mila dollari dal momento che il nuovo visto non è stato preparato in tempo per i voli prenotati. Il piccolo “terrorista” è stato costretto a rimanere a terra con i genitori (i nonni, invece, sono tornati casa) che solo qualche giorno più tardi hanno potuto lasciarsi l’equivoco e Londra alle spalle. «Speravo che l’ambasciata americana si rendesse conto della cosa senza obbligarci a fare i salti mortali. Se qualcuno fosse un terrorista, dubito comunque che lo ammetterebbe sul modulo per il visto», ha concluso nonno Paul. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino