Non amava farsi fotografare, in compenso le sue creazioni sono così famose e iconiche da meritare la ribalta delle collezioni permanenti del Moma di New York e...
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Le lampade «Chi», «Aminta», «Jota»; il comodino «Giano vano», il portavaso e il posacenere «Giano», le «Sfere attaccapanni», i «Posacenere tavolo e terra», il portaombrelli «Dedalo», il portafiori «Dedalotto», il portamatite «Dedalino» e i mobili «Elisa», «Ara» e «Tondara» sono l'eredità più forte ed eterna dell'architetto Emma Schweinberger, protagonista della storia della società Artemide e del design italiano, morta all'età di 85 anni.
L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla sua famiglia. Ernesto Gismondi, fondatore di Artemide nel 1959, azienda tra i nomi più prestigiosi del design italiano, in un necrologio ha ricordato l'ex moglie come «compagna di intensi e importanti momenti di vita». Nata a Cologna Veneta (Verona) nel 1934, Emma Schweinberger frequenta la Facoltà di Architettura dell'Università di Milano e poi si diploma in architettura di interni all'Istituto Athenaeum di Losanna nel 1958.
Stabilitasi a Milano, si lega sentimentalmente e professionalmente a Gismondi, lanciato nella straordinaria avventura di Artemide, e dedica la sua attività all'architettura, all'arredamento di interni ed al design. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino