Maria Falcone dopo le rivelazioni di Ilda Boccassini: «Smarrito il senso del pudore e del rispetto per i sentimenti»

La sorella del magistrato scomparso è intervenuta duramente contro un commento "satirico" del quotidiano La Sicilia in merito al libro della Boccassini

Maria Falcone dopo le rivelazioni di Ilda Boccassini: «Smarrito il senso del pudore e del rispetto per i sentimenti»
Maria Falcone, sorella del giudice scomparso a causa di un attentato della mafia a Capaci tra l'aeroporto di Punta Raisi e Palermo, parla per la prima volta del libro della...

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Maria Falcone, sorella del giudice scomparso a causa di un attentato della mafia a Capaci tra l'aeroporto di Punta Raisi e Palermo, parla per la prima volta del libro della dottoressa Ilda Boccassini, ma le sue sono parole dure. La donna, nello specifico, è intervenuta in merito a un intervento ‘satirico’ apparso sul quotidiano La Sicilia a firma dello scrittore  Ottavio Cappellani sul libro autobiografico dell’ex magistrato Ilda Boccassini.

In una lettera indirizzata al quotidiano parla di un completo smarrimento del senso del pudore. Il commento in questione è stato pubblicato su Facebook e si riferisce al racconto personale che la Boccassini fa del viaggio in aereo affrontato nel 1990 insieme al giudice Falcone verso l’Argentina per l’interrogatorio di un boss. «Sembra si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore e del rispetto prima di tutto dei propri sentimenti (che si sostiene essere stati autentici), poi della vita e della sfera intima di persone che, purtroppo, non ci sono più, non possono più esprimersi su episodi veri o presunti che siano e che - ne sono certa - avrebbero vissuto questa violazione del privato come un’offesa profonda», afferma la Falcone spiegando che il commento al libro ha superato ogni limite accettabile.

Poi conclude: «Questo immaginare scenette da sit-com di basso livello, questo descrivere due persone, che hanno fatto della compostezza e della riservatezza regole di vita e che sono state uccise per difendere la democrazia nel nostro Paese, come ridicoli protagonisti di un romanzetto di quart’ordine è vergognoso. In nome della libertà di espressione del pensiero non si può calpestare la memoria di chi non c’è più e la sensibilità di chi è rimasto e ogni giorno deve confrontarsi con un dolore che non può passare».

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Il Mattino