Un tuffo nel mondo dei fantastiliardari. E chi lo fa? Un vescovo, e per di più studioso di san Francesco, il cantore della povertà. A introdurlo nel club dei super...
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Resta il fatto che la ricerca effettuata dall'arcivescovo di Benevento porta a considerare la suggestiva ipotesi che Paperon dè Paperoni era - almeno nel nome - quel Paparone de Paperonibus, nobile ecclesiastico del Duecento durante i pontificati di Papa Clemente IV e Papa Onorio IV. L'Osservatore Romano «gioca» con i nomi del noto personaggio Disney e del meno famoso uomo di Chiesa, anche con l'intervento dello scrittore Dario Fertilio. Via alle coincidenze. La genealogia tratta da «Hierarchia Catholica» rileva infatti un vescovo.
Paparone nella diocesi umbra, appartenente alla ricca famiglia romana dei Papareschi nel rione di Trastevere, iscritto poi nell'ordine dei domenicani come proveniente dalla famiglia de Paparonibus o de Paperonibus.
Manca la conferma, ma nessuno esclude che nel 1952 proprio a quello strano nome e cognome del vescovo medievale di Spoleto potrebbe essersi ispirato Guido Martina, traduttore per la Mondadori delle storie dei personaggi Disney i cui nomi americani venivano poi reinventati in italiano: come Mickey Mouse divenne Topolino e Donald Duck fu Paperino, così
Uncle Scrooge, a sua volta ispirato all'avaro del «Canto di Natale», sarebbe diventato, grazie all'erudizione medievale del suo traduttore italiano, Zio Paperone ovvero Pape. E così fra Paparone, il predicatore domenicano (che probabilmente nel XIII secolo si scagliava contro il potere e il denaro) divenne Paparon de'Paparoni.
La tesi di Felice Accrocca, apprezzato medievista e storico del Francescanesimo, scelto da Papa Francesco per guidare la Chiesa Beneventana (è tra i suoi lettori più affezionati), nell'alveo delle ricerche di simpatiche curiosità e con un sottile filo di ironia, finisce per associare quel Medioevo delle grandi disuguaglianze alla realtà del mondo di oggi. La competizione tra i potenti della finanza schiaccia i più poveri, l'ingordigia si abbatte sulla fragile resistenza di fasce sociali annichilite dalla crisi infinita.
È come quel mitico tuffo di Paperone nella sua piscina di dollari. «Un episodio delle storie dei paperi disneyani scrive il vescovo di Benevento nel suo intervento sull'Osservatore - vede zio Paperone rodersi il fegato perché il suo antagonista Rockerduck era stato in grado di presentarsi al club dei miliardari esibendo il titolo di conte. La cosa faceva schiattare d'invidia Paperone: tuttavia, al termine di un'avventura rocambolesca nel corso della quale il proprietario della mitica «numero Uno» arrivò addirittura a salvare le sorti di un piccolo regno della vecchia Europa, ottenne in ricompensa dal suo sovrano nientemeno che il titolo di duca. Paperone riuscì ancora una volta a battere Rockerduck non solo a suon di miliardi, ma anche quanto a titoli gentilizi». Come dire: a vincere sono sempre gli stessi.
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Il Mattino