Pressione alta, il pisolino pomeridiano la abbassa era l'abitudine di Churchill

Pressione alta, il pisolino pomeridiano la abbassa era l'abitudine di Churchill
Un bel sonnellino dopo pranzo per abbassare la pressione. A suggerire la dritta un nuovo studio presentato al congresso della Società europea di cardiologia. La siesta, ha...

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Un bel sonnellino dopo pranzo per abbassare la pressione. A suggerire la dritta un nuovo studio presentato al congresso della Società europea di cardiologia. La siesta, ha assicurato Manolis Kallistratos dell'Asklepieion Voula General Hospital di Atene è associata a livelli di pressione ridotti e persino a una minore prescrizione di farmaci antidepressivi.




«Winston Churchill diceva che bisogna sempre dormire un po' tra il pranzo e la cena e ha raggiunto i novanta anni - racconta l'esperto - mentre Margaret Thatcher non voleva mai essere disturbata intorno alle 15. Secondo il nostro studio avevano ragione perché questa abitudine sembra contribuire ad abbassare i livelli di pressione sanguigna e può probabilmente anche ridurre il numero di farmaci antipertensivi necessari alle persone che soffrono di ipertensione».



Certo, aggiunge l'autore dello studio «la sissta pomeridiana è un'abitudine che oggi viene considerata quasi un privilegio, a causa di una cultura che ci impone il lavoro ininterrotto dalle 9 alle 5 e un'intensa ruotine quotidiana. Tuttavia, la domanda vera che ci siamo posti è stata: si tratta solo di una consuetudine alla quale possiamo rinunciare senza danni o è anche utile?».



Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l'effetto del sonno di metà giornata sulla pressione in pazienti ipertesi. L'indagine ha incluso 386 pazienti di mezza età con ipertensione.

Dopo aver preso in considerazione anche altri fattori che potrebbero influenzare i livelli di pressione i ricercatori hanno scoperto che chi fa il riposino ha valori di pressione sistolica media inferiori del 5% rispetto a chi non dorme dopo pranzo.



Anche la durata del riposino influisce: più dura meglio è. Gli studiosi indicano in 60 minuti il valore di riferimento. «Abbiamo anche rilevato - conclude - che i pazienti ipertesi con la sissta avevano poi bisogno di un minor numero di farmaci antipertensivi rispetto a quelli che avevano riposato a mezzogiorno» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino