Anche le bevande superalcoliche hanno le loro olimpiadi e quest'anno si tengono subito dopo la chiusura di quelle di Rio, a Tequila City, in Messico. Dal 24 al 26 agosto la...
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Tra eterni rivali come il whisky scozzese e quello irlandese, il rum declinato in ogni espressione di ciascuna isola caraibica e dei produttori big sudamericani, il gin non più esclusiva londinese ma sempre più mediterraneo, si sfideranno anche ben 302 campioni di produzione francese e 287 'bicchierinì messicani, tra el tequila (nella terra di produzione è declinata al maschile) e mezcal. A seguire la Cina con 88 tipologie di baiju, e l'Italia con l'acquavite di bandiera, la grappa.
In queste «olimpiadi dei superalcolici» l'Italia punta infatti ad arricchire il proprio medagliere con 66 distillati di vinacce, in gran parte trentine, con grande soddisfazione del presidente di tutela grappa trentina, Beppe Bertagnoli. «Una sfida non semplice ma alla nostra portata - dice il produttore della Val di Cembra Bruno Pilzer, tra gli esperti in giuria - in questa prestigiosa vetrina mondiale che offre un'occasione di valorizzazione delle migliori produzioni di grappa, la cui qualità trova consensi tra i migliori palati ma sconta il fatto di non essere familiare a molti giudici, proprio per la sua unicità, anche perché raramente utilizzata come ingrediente del bere miscelato». La giuria composta da 84 esperti provenienti da 23 Paesi nei quattro angoli del pianeta valuterà letteralmente alla cieca, in batterie da almeno 35 «cichetti», la produzione globale di 'spirits' in un territorio quanto mai vocato e dove i tequileros contano di presentare tutte le virtù della loro bevanda alcolica derivata dall'agave, un must per noti cocktail, già esportata in 120 Paesi. «Rispetto ad altri eventi Spirits Selection - dice Carl Kanto, rum ambassador della Guyana - è la più vasta gara di superalcolici e può vantare di riunire giudici di tutto il mondo. Con palati così variegati i risultati del giudizio sono più attendibili» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino