Il turismo? Quest’anno è soprattutto “green” con la riscoperta di spazi aperti, piante e visite guidate che si svolgono rispettando le norme sul...
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Si tratta di strutture da conoscere e visitare in sicurezza. In tempi di restrizioni per il Coronavirus, le oasi “verdi” all’aperto vengono viste come un paradiso. In Campania i primi spazi che hanno aperto i battenti e rientrano nel circuito dei Grandi Giardini Italiani sono la Reggia di Caserta (che ha attivato nuovamente le navette per il Giardino Inglese ed è possibile accedere anche in bici) e il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa (di proprietà di Ferrovie dello Stato Italiane ospita una collezione di 55 treni tra locomotive e ha un giardino botanico con piante provenienti da tutto il mondo). E ancora hanno riaperto al pubblico anche Palazzo Cocozza a Caserta, Villa San Michele a Capri, i Giardini La Mortella a Ischia, e il Parco del Negombo.
«Una passeggiata in un bellissimo giardino è terapeutica per riacquistare il buon umore e il contatto con la natura», spiega Judith Wade, Ceo di Grandi Giardini Italiani. «Ovviamente – spiega Wade – le visite sono fatte con modalità diverse, in rispetto alle norme sul distanziamento sociale. Oggi stiamo scoprendo nuovi modelli di visita persino migliori rispetto a prima dell’emergenza: è infatti possibile apprezzare i giardini non solo dal punto di vista botanico e artistico, ma anche per il silenzio e il relax».
Il settore legato alle visite “green” con le gite fuori porta e le visite agli splendidi giardini con 500 anni di storia si chiama horticultural tourism, in forte espansione fino all’emergenza Coronavirus: lo scorso anno nei grandi giardini italiani ci sono stati 8 milioni e mezzo di visitatori, per metà stranieri. Per Judith Wade, «in questi anni abbiamo fatto conoscere al pubblico in Italia e all’estero il patrimonio dei giardini italiani, strutturando una promozione organizzata e permanente. Quello verde è un turismo fuori dalle abituali rotte, tutto da scoprire». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino