Torre del Greco al centrista Giovanni Palomba, Castellammare a Gaetano Cimmino, leader di una variegata coalizione di centrodestra che comprende anche la Lega e l’Udc:...
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Nella notte che chiude la lunga parentesi elettorale c’è tuttavia un vincitore assoluto, che è l’astensionismo. La politica, anche quella più «semplice», quella che si esercita nei Municipi con l’obiettivo di affrontare (se non di risolvere) i problemi dei cittadini, esce con le ossa rotte dalla consultazione per il rinnovo dei Consigli comunali che si è conclusa ieri con il turno di ballottaggio che ha coinvolto nove Comuni. Mai così bassa l’affluenza, un record negativo che in alcuni casi, come Torre del Greco (24.7%, il dato più basso d’Italia) e Quarto (31%) assume proporzioni drammatiche. Alla fine i vincitori sono stati scelti da una porzione davvero piccolissima di residenti. Una «disaffezione» al voto abbastanza tipica del turno di ballottaggio, ma stavolta arrivata a livelli parossistici, da allarme rosso, su cui bisognerà riflettere.
Pochi elettori, poche polemiche: le operazioni di voto si sono svolte ovunque nella massima tranquillità e il successivo spoglio è andato avanti velocemente. A parte qualche eccezione, è il trionfo dei sindaci «civici»: sindaci che hanno imbarcato nelle loro coalizioni concittadini volenterosi, ma dal colore politico pressoché indistinguibile. Coalizioni trasversali, facili da costruire ma altrettanto difficili da gestire in mancanza di un «collante» ideale. Da Brusciano a Volla, da Torre del Greco a Forio questa tornata elettorale sembra segnare la morte dei partiti. Assente il Pd, che non è riuscito a portare al giudizio degli elettori nessuno dei propri candidati, con la sola eccezione di Qualiano, dove l’uscente Ludovico De Luca, sconfitto, era sostenuto da una alleanza Democrat-Verdi-civiche; assente del tutto il Movimento 5 Stelle, che in nessun caso è riuscito a bissare il successo ottenuto alle Politiche del 4 marzo. Un po’ più strutturato il centrodestra, che a Castellammare, Qualiano, Cercola e Torre del Greco ha proposto alleanze tra Forza Italia, Fratelli d’Italia e le immancabili civiche. Alleanze che tuttavia non hanno garantito ai rispettivi candidati di partire in vantaggio rispetto agli avversari: se a Castellammare Cimmino aveva fatto segnare al primo turno dieci punti più dell’avversario Di Martino, a Torre del Greco il forzista Mele doveva recuperare venti punti all’avversario Palomba. Stesso discorso a Cercola: qui Giorgio Esposito (Forza Italia e civiche) era stato addirittura doppiato da Fiengo, forte di una coalizione formata da Psi, Verdi, civiche e Sinistra italiana.
Discorsi spazzati via dai risultati, che inevitabilmente spostano l’attenzione sulla maggiore o minore capacità persuasiva che hanno dimostrato di avere i singoli candidati. Capacità piuttosto ridotta, per la verità, considerato l’esiguo numero di elettori che si sono fatti convincere ad andare alle urne. La media in molti casi è stata superiore al dato nazionale (48%): dato abbondantemente superato a Qualiano, San Giuseppe Vesuviano, Brusciano e Forio, mentre Castellammare (35%), Quarto, Volla e, come detto, Torre del Greco fanno segnare record negativi su cui si dovrà concentrare il dibattito delle prossime settimane. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino