I 130 anni del Mattino, l'editoriale del direttore Federico Monga: la forza della parola non ha età

I 130 anni del Mattino, l'editoriale del direttore Federico Monga: la forza della parola non ha età
La via è lunga e scabrosa: ma il mio coraggio è grande, e la mia buona volontà infinita! Con queste parole Edoardo Scarfoglio concludeva il suo editoriale di...

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La via è lunga e scabrosa: ma il mio coraggio è grande, e la mia buona volontà infinita! Con queste parole Edoardo Scarfoglio concludeva il suo editoriale di presentazione del Mattino, il 16 marzo del 1892. Sono passati 130 anni. La strada del racconto, attraverso le parole, del più importante quotidiano del Mezzogiorno è stata davvero lunga.

Leggendo gli editoriali dei direttori, che abbiamo deciso di ripubblicare per la prima volta tutti assieme, si potrà notare come sia stata percorsa, sempre, con quel coraggio e quella buona volontà che il fondatore aveva preso come impegno. Mai avrei pensato che un importante ricorrenza, che avrebbe dovuto essere solo lieta, coincidesse ancora una volta con il più scabroso dei fatti per l'umanità: la guerra. Le immagini barbare che arrivano dall'Ucraina ci richiamano al più grave ma anche al più alto dei compiti del nostro mestiere: raccontare i fatti senza censure, con responsabilità, con chiarezza e con impegno ma soprattutto liberi da preconcetti, stereotipi e ideologie di parte. 

La forza delle parole, nel 2022 come nel 1892, resta la più potente arma per l'impegno civile di un giornale. Un'arma da utilizzare con sconfinata coscienza nella consapevolezza che anche un solo termine eccessivo, fuori luogo, troppo indulgente o sensazionalistico può allontanarci dal nostro unico compito: far comprendere ai nostri lettori una realtà sempre più complessa, in un mondo dove gli stravolgimenti della storia e dell'attualità si susseguono a una velocità impressionante e l'irrazionalità rischia di far tornare indietro ai periodi più bui un mondo per decenni sempre migliore, costruito nel più lungo periodo di pace che l'Europa abbia mai conosciuto.

Nel nome delle nostra testata c'è la luce del giorno, del progresso, della quotidianità che guarda e vuole costruire il futuro. Così è stato per 130 anni e così sarà ancora domani e per sempre. I nostri fari, oggi più che mai, restano l'obiettività e la difesa della civiltà che può progredire solo grazie al confronto libero delle idee. 

Il Mattino, in questi 130 anni ha dato voce al Mezzogiorno d'Italia troppo spesso - come scriveva già nel suo editoriale di esordio il direttore Luigi Barzini il 2 gennaio del 1932 - «lasciato nel sonno secolare dalla incuria e dall'inerzia di Governi che vedevano nella immobilità di questa metà d'Italia la più comoda semplificazione dei loro doveri, una grande Bella nel bosco sopita sotto al più fulgido cielo dell'universo».

Allora ci batteremo, grazie all'impegno del nostro editore e di un gruppo di giornalisti appassionati e colti, affinché il progresso sociale, civile ed economico si diffonda sempre di più, affinché i diritti e le opportunità di chi nasce e vive al Sud siano gli stessi di chi nasce e vive al Nord. E lo faremo con coraggio, impegno a innovare sempre. E tanta buona volontà, seguendo il sentiero indicato da Scarfoglio e da sua moglie Matilde Serao 130 anni fa. 

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Il Mattino