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È nata una nuova coppia per la commedia? Fabio De Luigi e Stefano Accorsi non si pongono limiti: «Perché no?». In «50 km all'ora», da oggi nelle sale prodotto da Colorado con Sony e distribuito da Eagle, sono due fratelli che si ritrovano dopo anni al funerale del burbero padre Alessandro Haber. Uno riservato e timido, l'altro esuberante e guascone, decidono di esaudire l'ultimo desiderio dell'uomo: spargere le sue ceneri sulla tomba della madre a Cervia. Inforcando i vecchi motorini di quando erano ragazzi, un Ciao e un Califfone truccati, partono così per un viaggio di formazione fuori tempo massimo che li porterà a percorrere l'Emilia Romagna in lungo e in largo e segnerà comunque le loro vite di cinquantenni senza tante illusioni. Nel cast anche Elisa Di Eusanio, Giorgia Arena, Barbara Abbondanza, Paolo Cevoli, con la partecipazione straordinaria di Marina Massironi.
De Luigi, protagonista di commedie campioni d'incasso, è alla sua terza regia dopo «Tiramisù» e «Tre di troppo»: «Non ho un metodo», dice, «cerco di comportarmi come nei film che giro da attore, cioè di fare una cosa migliore della precedente». Accorsi è un fan della comicità: «Con Fabio ci conoscevamo poco, ma ho sempre amato la sua grazia, può dire e fare le cose peggiori senza essere mai volgare. Sono stato contento di fare parte di questo progetto, una commedia umana che racconta i sentimenti dell'universo maschile con tenerezza. Non era scontato. In un momento complicato per tanti aspetti, parlare di un rapporto così speciale come la fratellanza e di un tema delicato come la sensibilità maschile ci è sembrato importante».
A bordo dei loro «motori» modificati («per la nostra generazione avere il motorino era il massimo»), il romagnolo De Luigi e l'emiliano Accorsi attraversano la regione dai monti al mare.
Vestiti di nero come Blues Brothers di provincia, i due finiscono a giocare a ping pong in un accampamento di vecchi hippie e prendono il volo come Thelma e Louise. Ma fanno anche incontri determinanti che aprono il cuore alla speranza. «Un viaggio di formazione tardivo? In realtà si è sempre in evoluzione. Diciamo che il film parla anche del tentativo di recuperare Il tempo perduto» commenta Fabio De Luigi. Per Stefano Accorsi, «il viaggio è sempre una bella dimensione che arricchisce lo spirito e aiuta a relativizzare molte cose. Non a caso dopo il Covid la voglia di visitare posti nuovi è cresciuta verticalmente. I nostri personaggi ritrovano con leggerezza luoghi cari ai loro ricordi». È importante affrontare la vita con ironia? «Fondamentale, come prendersi un po' in giro» dice Accorsi. «È difficile avere a che fare con chi non coglie l'ironia. Io da piccolo avevo un senso dell'ironia che non coglieva nessuno». E com'è stato viaggiare nelle terre della loro infanzia? Accorsi: «Bello e per molti versi sorprendente». De Luigi: «La grande differenza tra Emilia e Romagna è questa: finché ti offrono l'acqua sei in Emilia, se ti danno il vino sei in Romagna».
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