Anche il mondo della musica americana è scosso da uno scandalo a luci rosse: Russell Simmons, fondatore della Def Jam, storica casa discografica legata al genere hip-hop,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'aggressione sessuale contestata a Simmons, contro cui, qualche giorno fa, aveva puntato il dito pure l’ex modella Keri Claussen Khalighi, abusata, a suo dire, dal produttore musicale quando era minorenne, risalirebbe al 1991 e a subirla sarebbe stata l’attrice e sceneggiatrice Jenny Lumet, che ha raccontato il tutto all’Hollywood Reporter.
«Il ricordo di chi mi accusa è molto diverso dal mio», è stata la replica del tycoon, che, però, ha scelto ugualmente di scusarsi e di rassegnare le dimissioni in modo da far emergere una «nuova generazione di dirigenti che faranno progredire la cultura e la consapevolezza» circa il tema delle molestie e della violenza sulle donne.
Sessant’anni compiuti lo scorso ottobre, prima di finire coinvolto in questa ennesima bufera hot in salsa (vip) americana, Simmons aveva spesso fatto parlare di sé per il suo impegno sociale, un impegno che, qualche anno fa, l’aveva visto arruolare star del calibro di Beyoncé e Leonardo DiCaprio a sostegno di un progetto contro l’antisemitismo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino