Ieri sera si è goduto l’abbraccio degli amici, ospitati in una sorta di anteprima a porte aperte, stasera arriverà l’applauso del pubblico pagante,...
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Diamo i numeri di «Abbracciame», Andrea?
«Fanno impressione anche a me: sul mio canale YouTube sono a oltre tre milioni e mezzo di clic, e un altro milione e mezzo si segnala tra le pagine della casa discografica Zeus, che ha distribuito il disco, autoprodotto, Facebook e altro. Da 18 mesi il pezzo è ininterrottamente in testa a The Sound of Naples, la classifica di Spotify dei brani partenopei più ascoltati. Devo, dire, però, che ho capito il successo della mia canzuncella quando l’ho sentita nell’aria: cantata, ascoltata, amata, abbracciata».
Tanto nell’aria che c’è chi l’ha remixata e chi l’ha tradotta in giapponese.
«È vero: la bella Deborah de Luca, dj di Scampia che è di casa a Dubai e nei club più esclusivi di mezza Europa, ne ha fatto una versione house e la suona ogni volta che sale in console, mentre Yunko Kato l’ha incisa nella sua lingua, quella del Sol Levante, costringendo anche me in un duetto impossibile».
Poi ci sono i fan eccellenti, l’ultimo dei quali, Mertens, l’ha intonata in un video diventato virale.
«Dries è stato fantastico, ma i calciatori sono stati i primi a darmi grandi soddisfazioni: penso a Cannavaro che la dedicava a mia moglie. Devo molto anche a Gigi D’Alessio, che mi ha portato a “Made in Sud” quanto la televisione me la sognavo al massimo. Come adesso, peraltro».
E ora l’Augusteo.
«Che poi è dove tutto è cominciato quando, nel 2010, Claudio Mattone mi volle come sostituto dell’insostituibile Sal Da Vinci in “C’era una volta... scugnizzi”. Sette anni dopo, eccomi qui, il teatro di nuovo esaurito, ma solo per me, per cantare “Abbracciame” con un pubblico che posso iniziare a chiamare “il mio pubblico”».
«Carnale», il nuovo singolo, sempre scritto con Spenillo, cambia un po’ le carte in tavola, con un arrangiamento che occhieggia alla moda.
«Io sono acustico, mattoniano, napoletano fino al midollo, ma se con qualche suono alla Coldplay possiamo arrivare a un pubblico che altrimenti ci snobba... beh ci proviamo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino