«Da grande vorrei fare l’attore anche se so che la strada è lunga, tortuosa e in salita. Mi aspetto tante delusioni ma non mi devo arrendere». Ha le idee...
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Ha iniziato a soli 5 anni, già nelle recite all’asilo, per poi iscriversi alla scuola di recitazione “Dietro le quinte” del maestro Crescenzo Autieri. «Grazie a lui ho recepito le basi di questo mestiere, ha fatto varie rappresentazioni grazie a lui con saggi di fine anno e uno di metà anno. Tutt’oggi frequento questa scuola». Di pari passo poi partecipa ad un casting nel 2014 per entrare nella Scuola D'Arte Cinematografica per Bambini e Ragazzi diretta da Andrey Maslenkin. Nei due anni trascorsi lì girano due lavori “Aneddoti” e “Palazzina C.” proiettato a Cinecittà nella sala Fellini. Nel 2017 passa alla Scuola di Cinema di Napoli di Roberta Inarta e Cristina Buoninfante, «un percorso che mi ha fatto crescere tanto».
Importante il suo incontro a dicembre del 2017: durante i casting in piazza Garibaldi al festival Cinebus incontra Giuseppe Mastrocinque della PM5. Sarà proprio lui a puntare sul ragazzo inserendolo nella sua agenzia, farlo entrare all’Università del Cinema di Acerra di Giuseppe Alessio Nuzzo e a organizzargli un provino per “Un Posto al Sole”.
Antonio è un ragazzo espansivo, socievole, fan di Andrea Bocelli con il sogno di fare lirica. Scrive anche, ha partecipato a diverse manifestazioni interpretando monologhi sui giudici Falcone e Borsellino. In più lo scrittore Alessandro Iovino, gli fece scrivere un pensiero su Bud Spancer, che poi inserì nel suo libro “Grazie Bud”.
Il suo cavallo di battaglia è “O figlio maschio” tratto dallo spettacolo “Guardami guardami” di Biagio Izzo. «Ho incontrato Biagio Izzo quando era ospite ad un evento di moda a Caivano, ha deciso di farmi recitare prima che entrasse sul palco e si sedette al mio fianco ascoltandomi. Mi ha dato una grande opportunità. Porterò sempre con me i suoi consigli, di essere umile e con i piedi sempre per terra, perché questo non è un mondo facile».
È attivo anche sui social network, sia Facebook che Instagram, gestiti però dai suoi genitori Maurizio e Autilia Cammisa. «Sono le mie colonne portanti, li ringrazio di cuore per tutto quello che fanno per me». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino