Gambino presenta «Amami», dai bassi napoletani a Sanremo

Nato in un basso a Napoli est. Un’adolescenza malandrina e scugnizza vissuta al ritmo del contrabbando di quartiere, nonostante fosse figlio di un dotato musicista. Suo...

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Nato in un basso a Napoli est. Un’adolescenza malandrina e scugnizza vissuta al ritmo del contrabbando di quartiere, nonostante fosse figlio di un dotato musicista. Suo padre, maestro di fisarmonica e musicista, era costretto a credere alle bugie sui denari accumulati con strabilianti partite di calcio. Però nella decadenza industriale della periferia, con un mare avvelenato, continua a scintillare un desiderio antico: cantare.

I pericoli di gioventù diventano coraggio, intelligenza di strada, vita charmant. Lui, da adulto, è un vero manager e non rinuncia più alla musica. Così arriva all’«Accademia di Sanremo», in compagnia di Tiziano Ferro e Paolo Meneguzzi. Più tardi, è tempo del nuovo «Festival di Napoli». Il suo mood espressivo oggi mescola pop e disco, sentimenti e leggerezza, e chi lo ha conosciuto bene nel panorama urban-rap a un tratto ha scelto addirittura il suo nome d’arte: Gambino.

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Il Mattino