«È inutile raccontare balle: quando garantisci all'artista una cifra iperbolica per il tour, che è pari al 90% o addirittura al 100% del previsto introito...
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«Anche se tutti fanno finta di cadere dalle nuvole - afferma Zard - il cosidetto secondary ticketing è organizzato al livello internazionale dai più grandi promoter musicali, che in questo modo sono riusciti quasi a monopolizzare il mercato perchè garantiscono introiti enormi agli artisti che nessun altro riesce a garantire. Sono grandi multinazionali, con sedi fiscali non in Italia, che apparentemente non violano alcuna legge. Ma che di fatto organizzano una truffa legalizzata ai danni del pubblico, che finisce per pagare un biglietto fino a 1000 euro. Una cosa da pazzi, da codice penale. Eppure basterebbe un regolamento ben fatto e con le moderne tecnologie sarebbe facile da stroncare, con la tracciabilità informatica», sottolinea Zard, che in passato si era fatto promotore di una proposta di legge proprio contro questo fenomeno.
D'altronde Zard conosce nbene luci e ombre dello scenario della musica live: «Quando organizzavo concerti combattevo i bagarini e infatti mi tagliarono tre volte le gomme e una volta la cappotta dell'auto... Questo è il bagarinaggio di nuova generazione». Da quando il fenomeno del secondary ticketing ha cominciato ad affermarsi con prepotenza, da circa 5-6 anni in Italia, Zard sostiene di aver fatto delle verifiche di persona a dimostrazione che si tratta di un mercato organizzato e non di qualche privato che non può andare ad un concerto e rivende i biglietti già acquistati: «Trovavo un inserzione per 2 biglietti in vendita, gli scrivevo da 4 mail differenti e tutte le richieste venivano esaudite. Quello non era un privato, era qualcuno che di biglietti ne aveva ben più di due da vendere....».
Secondo Zard il fenomeno sta diventando dilagante perché «chi non si adegua muore: ne parlo spesso con mio figlio che lavora per Vivo Concerti, una realtà non enorme ma importante.
Il Mattino