Nel 2000 Bonomo passò come un alieno tra i Giovani di Sanremo con «La croce», poi, il cantautore napoletana ha fatto parlare di sé più prestando...
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«Con Fausto siamo sempre stati in contatto, ogni tanto ci dicevamo che dovevamo fare di nuovo qualcosa insieme», ricorda Alessio, «e finalmente lo stavamo facendo, con la comodità di lavorare nel suo studio sotto casa. Quando è... successo quello che è successo ci mancava ormai poco a finire il disco, c'era solo un pezzo da terminare». Quel pezzo, ora posto alla fine dell'album, è «La musica non esiste (Fausto)». «La musica non esiste, esiste un'altra cosa di cui la musica è una serva e come tale va trattata e infatti io non suono faccio tutta un'altra cosa», canta Bonomo, su un loop di chitarra di Mesolella: «C'era solo quello e la batteria di Mimì Ciaramella, Tony Canto ha completato il pezzo, e poi i missaggi, anche lui in segno di omaggio per un artista che aveva conosciuto bene, sul palco e fuori. Fausto amava quei versi, mi aveva chiesto di tirarli fuori dal cassetto, dentro c'era la sua concezione del mestiere, in cui non contavano le note, ma le emozioni. Come quelle che ci hanno regalato Peppe Servillo, Petra Mangoni e Alessandro Mannarino, contribuendo al completamento del pezzo».
Tra brani che provano a portarci via dal «Reality» in cui crediamo di vivere e «L'uomo di spalle», ritratto dell'uomo contemporaneo che puoi seguire come un leader o un amore solo se non lo guardi negli occhi, c'è il napoletano scaramantico di «'O'mbrello», il sogno di «Un'altra Italia», ma soprattutto «Cosa succede quando si muore», «diventata un'altra cosa rispetto all'idea, già curiosa, con cui era nata. Di partenza c'era una musica di Francesco Arpino, un libro, la mia curiosità per la concezione della morte nelle altre culture. Mesolella aveva insistito per inserire la canzone nel cd, mi aveva detto che se avesse trovato la chiave giusta per farlo gli sarebbe piaciuto metterci anche la voce, non solo la chitarra». È rimasta solo la chitarra di Faustone, ma come canta, leggera, profonda, ineludibile. Forse la musica non esiste, ma di sicuro esiste quell'altra cosa di cui lui era maestro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino