Il caso del poster del film senza attrici: «Combattiamo queste sviste»

Il caso del poster del film senza attrici: «Combattiamo queste sviste»
Nel poster del film “È per il tuo bene” di Rolando Ravello, con Marco Giallini, Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston, Isabella Ferrari, Valentina Lodovini...

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Nel poster del film È per il tuo bene di Rolando Ravello, con Marco Giallini, Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston, Isabella Ferrari, Valentina Lodovini e Claudia Pandolfi si leggono chiaramente i nomi degli attori maschi, posti nella metà in alto del poster mentre mancano del tutto i nomi del parterre di attrici. Un caso di gender equality? Sui social scoppia la polemica. Medusa si scusa: «La locandina è corretta, purtroppo quello che sta girando è un cartonato preparato in fretta e furia per la conferenza stampa, nel quale per un errore umano ci sono solo i nomi degli attori. È stato un errore, ci scusiamo, nessun intento discriminatorio e infatti la locandina ufficiale vede tutti i nomi in cartellone», dice Giampaolo Letta, ad di Medusa Film che distribuisce il film in Vod dal 2 luglio.






Il caso continua a fare discutere.L'associazione 100autori e U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo), vogliono provare a sollevare
«ancora una volta il velo su ciò che si cela dietro la cosiddetta svista ponendo una semplice domanda: non sarà l'ennesimo piccolo penoso paradigma di un retaggio culturale purtroppo ancora molto diffuso? Difficile addentrarsi in casi come questo nei meandri della consapevolezza o dell'inconsapevolezza, ciascuno valuti cosa sia peggio. Sta di fatto che si registra una bizzarra distorsione percettiva tutta italiana per cui queste distrazioni, stranamente, finiscono per riguardare sempre le donne».


 



I 100 autori e U.N.I.T.A. fanno appello, in occasione di questa vicenda,
«ai produttori, agli uffici stampa, ai giornalisti e ai responsabili dei festival affinché il nome delle attrici e la loro immagine, vengano sempre tutelati e trattati in maniera paritaria. Le donne, alla pari degli uomini, sono al centro di qualunque processo produttivo. L'industria cinematografica ne conosce molto bene il valore e tuttavia spesso non riconosce loro gli stessi diritti». Alla stampa si chiede di essere alleata sul tema della inclusione: «i giornalisti sanno quanto sia importante tenere alta l'attenzione del pubblico su questi temi. U.N.I.T.A. e l'associazione 100autori da parte loro continueranno a chiedere un atteggiamento di maggiore rispetto e attenzione nei confronti del lavoro delle donne affinché 'svistè o episodi analoghi non si ripetano mai più». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino