«Le persone hanno perso il lavoro a causa sua». È quello che sostiene il presidente della World Clown Association, Pam Moody, secondo cui Stephen King, lo...
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Tutto è partito con un romanzo: It. Uscito nel 1986, ha venduto milioni di copie e si è trasformato in una miniserie culto per la TV. Se ne torna a parlare adesso, con l'uscita del nuovo film che parla dell'entità demoniaca che assume la forma di un clown, Pennywise, per uccidere i bambini. La pellicola è stata distribuita l'8 settembre negli USA e uscirà in Italia il 19 ottobre.
«Ormai la nostra battaglia dura da 30 anni. King ha introdotto questo personaggio, che in realtà è un'entità, non un clown. Ma tutti lo associano al nostro lavoro» - continua Moody. E in effetti la sindrome da "clown spaventoso" è stata corroborata dalla realtà: lo scorso anno molti episodi di minacce di persone travestite da pagliacci sono stati riportati negli Stati Uniti, scatenando una fobia che secondo l'associazione «ha creato una sorta di isteria nei nostri confronti».
L'industria è preoccupata, e teme che l'uscita del nuovo film, diretto da Andres Muschietti, aggravi la situazione: «Le persone stanno iniziando a cancellare gli spettacoli con i clown. È strano, perché il nostro obiettivo è portare un messaggio positivo alle persone».
Il problema è ben più vecchio della storia inventata da King, che si difende: «i bambini hanno sempre avuto paura dei clown», personaggi ambigui, malinconici, che in effetti possono muovere emozioni contrastanti: divertimento ma anche terrore. È stato coniato persino un termine, coulrofobia, per definire la sensazione di inquetudine che si prova davanti ai pagliacci. Una fobia che risale a anni prima alla rappresentazione di Pennywise con il volto di Tim Curry, nel 1990. Stephen King insomma l'avrebbe solo sfruttata a suo vantaggio, e forse il suo successo si deve proprio a questo.
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Il Mattino