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La canzone dell'amore non perduto, la canzone dell'amore difeso, la canzone dell'ammissione della fragilità resiliente di una coppia nella vita e nell'arte. È «L'addio», il brano con cui i Coma_Cose torneranno dal 7 febbraio a Sanremo, dove il grande pubblico li ha scoperti nel 2021 con «Fiamme negli occhi». Questa volta hanno firmato una ballad che racconta di loro due: Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano, incontratisi nel negozio di borse e articoli da regalo in cui lavoravamo entrambi; di Fausto Lama e California, come li conosco i fan.
Un pezzo molto autobiografico, si direbbe: «Nel camerino il pianto cola il trucco... Davanti al mio cuore c'è una ringhiera/ sul tuo che è sempre stato uno strapiombo/ lo sai che mi è caduto anche caderci/ si, però mica poi toccare il fondo».
Lama: «La crisi c'è stata, non una cosa improvvisa, avevamo accumulato incomprensione e frustrazioni come molte altre coppie».
California: «L'addio è nel titolo, non nella nostra vita, anzi la canzone racconta il superamento di una crisi, invita a credere nell'amore, a lottare per il proprio amore».
«E sparirò ma tu promettimi che/ potrò sempre tornare da te/ Se mi dimentico me, com'ero/ quando l'orgoglio era ancora intero/ e comunque andrà/ l'addio non è una possibilità», cantate.
Fausto: «È bello sapere che c'è un porto, una persona a cui ritornare quando ti senti perso, quando ti sembra di aver perso l'orizzonte a cui tendevi, gli ideali che ti muovevano. È la richiesta di una grande promessa d'amore proprio quando l'amore traballa».
Come si supera quel momento?
California: «Ritrovando se stessi, innanzitutto, come entità singola.
«La costruzione di un amore/ spezza le vene delle mani/ mescola il sangue col sudore/ se te ne rimane./ La costruzione di un amore/ non ripaga del dolore/ è come un altare di sabbia/ in riva al mare», suggerisce il maestro Fossati.
California: «L'amore lo ricostruisci riconquistando il diritto alla solitudine, cercando di fare silenzio e ordine dentro se stessi per ritrovarsi, nutrirsi anche della libertà dell'altro, dall'altro».
Difficile farlo quando si è coppia anche nel lavoro.
California: «Certo, è come se vivessimo sempre in pubblico. Per questo prima dell'ultimo album eravamo scappati dai social, per questo abbiamo imparato che dobbiamo sempre prenderci del tempo come individui e come coppia».
Certo che andare all'Ariston non è l'ideale per starsene tranquilli.
Lama: «No, ma serve per accorciare i tempi legati alla promozione, all'esposizione massmediatica. Torniamo al Festival, che tanto ci ha dato e tanto ci ha consumati, con consapevolezza. E lo facciamo con una canzone intima e fragile».
California: «In fondo facciamo musica soprattutto per sentirci meno soli. E Sanremo questo effetto lo garantisce».
Al Sanremo 1995 Massimo Ranieri cantò la storia di un rapporto in crisi: lui provava a rimetterlo in piedi, ma «La vestaglia» che indossava lei appena tornati a casa da una serata con amici uccideva ogni possibilità di dialogo.
California: «Noi non abbiamo questo problema, il nostro problema è reclamare il diritto alla vestaglia. Di base siamo agli antipodi a livello caratteriale. Fausto, ma questo è anche il suo bello, analizza tutto, forse troppo».
Lama: «È vero, sono una persona abbastanza pignola, lei ha la capacità di buttarsi, ma poi centra sempre l'obiettivo e ha ragione lei».
Nel repack del vostro ultimo album, «Un meraviglioso modo di salvarsi», oltre a «L'addio» metterete anche la cover che proporrete all'Ariston?
California: «No».
Con voi in quella serata ci saranno i Baustelle. Che brano avete scelto?
Lama: «No comment, non possiamo svelare niente».
C'è una canzone della storia del Festival che ricordate particolarmente?
California: «Vado al massimo di Vasco Rossi, Festival del 1982».
Lama: «Esatto! di Francesco Salvi, Festival del 1989, impazzii per la coreografia con i ballerini che indossavano maschere di animali».
Ma voi una trovata scenica del genere la adottereste mai?
California e Lama all'unisono: «Ad avere la canzone giusta certo!».
Siete 28 in gara: c'è una canzone che morite dalla voglia di ascoltare?
California e Lama all'unisono: «Quella di Colapesce-Dimartino». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino