Concerto per Amleto, Fabrizio Gifuni al San Carlo

Concerto per Amleto, Fabrizio Gifuni al San Carlo
Fabrizio Gifuni rende un suo personale omaggio al Principe di Danimarca con Concerto per Amleto, un progetto nato dalla collaborazione con l'Orchestra Sinfonica Abruzzese...

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Fabrizio Gifuni rende un suo personale omaggio al Principe di Danimarca con Concerto per Amleto, un progetto nato dalla collaborazione con l'Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Rino Marrone e presentato domani al decimo Napoli Teatro Festival Italia (ore 21) al Teatro di San Carlo. Le molteplici voci de La tragedia di Amleto, Principe di Danimarca si intrecciano al potente affresco sonoro che Dmitrij ?ostakovic (1906-1975) dedicò' al testo shakespeariano in due diverse occasioni: la prima, datata 1932, è una suite (op.32) tratta dalle musiche di scena per un'edizione teatrale dell'Amleto firmata dal regista e scenografo Nicolaj Akimov (1901-1968). La seconda opera (op.116), del 1964, fu commissionata dal regista Grigorij Kozintsev (1905-1973) per il suo film Hamlet, che si avvaleva del prezioso adattamento di Boris Pasternak. «Il maestro Orazio Costa - sottolinea Fabrizio Gifuni - ci diceva: ognuno di voi si porterà per tutta la vita un fondo di Amleto e si imbatterà di continuo in personaggi attraversati da questa corrente. Io me ne sono accorto subito, il mio debutto teatrale è stato un Oreste nell'Elettra di Euripide, uno spettacolo di Massimo Castri. Amleto discende anche da quei rami».


E aggiunge: «Amleto è stato il mio motore nascosto, la mia energia segreta quando recitavo Gadda e Camus, l'ho esplorato per tre anni all'Accademia dove sapevamo a memoria ogni pagina, un fiume di energia spudorata, divertimento, una fatica immensi.» Fabrizio Gifuni per questo progetto ha lavorato strettamente con il maestro Marrone alla drammaturgia trovando delle consonanze, armonie e attriti che attraversano i cinque atti tragici: ci sono momenti in cui regna la voce in assoluta solitudine, mentre in altri le note vibrano in autonomia. Confessa Gifuni: «Su musiche bellissime, potenti che sono sfondo sonoro e contrappunto di una doppia drammaturgia lavorare con un'orchestra di trenta elementi è un'esperienza assoluta. Scopri che il lavoro di attore è anche strumentale, corpo e voce sono il mio strumento e all'interno dell'orchestra cerco di accontentarlo».
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Il Mattino