Corpi di ballo, protesta a Roma per salvare il futuro della danza

Anna Chiara Amirante e Alessandro Staiano
No allo smantellamento dei corpi di ballo e no al precariato nelle compagnie di balletto delle Fondazioni liriche. Proprio mentre il San Carlo inizia la risoluzione del...

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No allo smantellamento dei corpi di ballo e no al precariato nelle compagnie di balletto delle Fondazioni liriche. Proprio mentre il San Carlo inizia la risoluzione del precariato, amplia la pianta organica del ballo a 40 unità e avvia le procedure per nuove assunzioni (gli stabili sono solo tredici), il settore della danza italiano è sempre più in fermento. E, sulla scia dell'intervento di Roberto Bolle in Parlamento, annuncia una manifestazione nazionale in difesa dei corpi di ballo per lunedì 28 marzo alle ore 11 a Roma in piazza Santi Apostoli.

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Con uno slogan molto attuale: «L’arte educa le emozioni e unisce i popoli, contro ogni tipo di guerra. Riaprite i corpi di ballo italiani». A lanciare l'iniziativa “Danza Error System”, un movimento ideato in rete due anni fa da quattro danzatori professionisti: Vito Lorusso, Andrea Morelli e i napoletani Anna Chiara Amirante e Alessandro Staiano (nella foto), primi ballerini sancarliani. E oggi, forti di migliaia di visualizzazioni e centinaia di condivisioni, commenti e interazioni, e di contatti col mondo istituzionale anche con l'appoggio di grandi étoile, hanno stilato un loro manifesto, sicuri che la danza è un vero e proprio fenomeno di massa che coinvolge milioni di persone: allievi, danzatori professionisti, insegnanti, maîtres de ballet, scuole, coreografi, direttori, pubblico amante del balletto. Il tutto partendo ovviamente dalle Fondazioni liriche, 14 in Italia e solo quattro con una propria compagnia: Milano, Roma, Napoli e Palermo.

Tutte le altre offrono spettacoli di balletto e balletti all'interno di opere liriche ricorrendo alla esternalizzazione, ovvero affidando gli spettacoli a agenzie o compagnie private esterne, italiane e estere, senza garantire lavoro continuativo e costringendo molti talenti ad emigrare. Per questo, spiegano, “abbiamo deciso di scendere in piazza per la salvaguardia e la ricostituzione dei corpi di ballo, in difesa delle danzatrici e dei danzatori che vivono nel nostro Paese, dei milioni di allievi che studiano danza in migliaia di scuole italiane e delle loro famiglie che sostengono i loro studi e i loro sogni”. Tra l'altro chiedono l'istituzione di compagnie in tutte le Fondazioni e in particolare all'Arena di Verona dove il balletto occupa una parte importante della programmazione. In tal senso, sollecitano la modifica della denominazione “Fondazioni lirico-sinfoniche” in “Fondazioni liriche, sinfoniche e di balletto” e l’istituzione di un fondo statale di sostegno per tutte quelle Fondazioni che desiderano presentare un progetto di salvaguardia o ricostituzione di un proprio corpo di ballo stabile.

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Il Mattino