Ad bene agendum nati sumus (Siamo nati per fare il bene): è il motto dell'antico 'sedile' di Forcella ad aver ispirato Abel Ferrara, newyorkese del Bronx e avi...
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Tutto inizia nel maggio del 1987, nel corso della magica notte del primo scudetto del Napoli quando l'intero quartiere si riversa in strada per un grande Carnevale dedicato a Maradona. Venti sono gli attori in scena, tutti napoletani, la maggior parte proprio di Forcella e del centro storico, molti non professionisti, scelti attraverso i laboratori formativi organizzati in collaborazione con la Scabec, con Davide Iodice e Fabrizio Varriale, e selezionati uno a uno dallo stesso Ferrara. A fare da colonna sonora sono le canzoni di Nino D'Angelo, da Ciucculatina d' 'a Ferrovia, a Cafè cafè, da Tengo 'o sole, e 'A storia 'e nisciuno a Mamma Preta. «Torniamo al teatro Trianon Viviani a Forcella con un dramma originale del mio collaboratore e sceneggiatore, Maurizio Braucci, insieme al nostro amico geniale Nino D'Angelo, il direttore artistico del teatro, l'uomo responsabile di aver fatto confluire tutto e tutti - spiega Abel Ferrara - un dramma che si concentra sulle persone semplici, che hanno accettato il loro quartiere e non hanno alcun desiderio di lasciarlo o di elevarsi al di sopra di esso, desiderando invece di essere il tessuto della città. Con Maurizio ho guardato nello specifico la classe operaia del centro città e il modo in cui ci si inventa il lavoro qui. Abbiamo creato una compagnia composta da attori giovani di tutta Napoli: la musica è puro Nino D'Angelo, eseguita dal vivo dal suo musicista Massimo Gargiulo».
Per il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca «il Trianon non è un semplice teatro: è nel cuore di Napoli e convive con tutto quanto questa città così complessa e bellissima offre, la passione per la musica, per la messa in scena, per il mestiere d'attore, ma anche le difficoltà di un quartiere dove è presente ancora la cappa delle organizzazioni criminali, oggi affiancate anche da giovanissimi. La Regione Campania ha voluto investire in maniera significativa in questa realtà, a cominciare dalla videosorveglianza, ma soprattutto sulla cultura, strumento più importante e più efficace, insieme al controllo del territorio, per arginare questi fenomeni. Dove c'è un teatro c'è vita, c'è creatività, c'è condivisione. Abbiamo fatto in modo che questo teatro non chiudesse e in cambio abbiamo chiesto alla direzione artistica di non pensare solo a un cartellone di appuntamenti ma di pensare un progetto inclusivo. È nato così Forcella strit, un primo passo per creare un laboratorio permanente e per fare dello spettacolo anche una occasione di lavoro».
«Questa volta Nino D'Angelo ce l'ha fatta - sottolinea il presidente della Scabec Antonio Bottiglieri -.
Il Mattino