Dada' rilegge «Vesuvio» degli Zezi: l'omaggio a Marcello Colasurdo

Quarta tappa del progetto "Mammarella" per l'electrochanteuse newpolitana, Premio Carosone 2023

Dada' 2023
Continua il viaggio nel variopinto universo musicale di Dada',l'electrochanteuse newpolitana che ha appena ricevuto il Premio Carosone 2023. Dopo «Verd...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Continua il viaggio nel variopinto universo musicale di Dada',l'electrochanteuse newpolitana che ha appena ricevuto il Premio Carosone 2023. Dopo «Verd mín», «Tir tir» e «Cose e’ criature», prime tre tappe di un disco che non c'è, ovvero del progetto «Mammarella» per la Doner Music, inaugurato venerdì 30 giugno, esce oggi il quarto singolo, rivisitazione in chiave digitale di «Vesuvio», storico brano degli Zezi, e in qualche modo omaggio al poeta della tammorra Marcello Colasurdo, da poco scomparso. 

La voce di Gaia Eleonora Cipollaro è più sognante, dreamy, di quanto ci abbiano finora abituate le band del contingente folk e postfolk, l'arrangiamento è decisamente etnico, oltre che danzereccio. La cover conferma che a Napoli coesistono cose opposte che si rafforzano e diventano testimonianza di diversità, intesa come ricchezza. I napoletani sorridono e sperano alle pendici di un Vesuvio attivo, i napoletani vivono alla giornata e hanno nel petto quel misto di malinconia piacevole detta "pucundria". La produzione, curata ancora una volta dai Retrohandz, rafforza questa parte selvaggia, etnica, terrena di Napoli e trasforma il popolo napoletano in una tribù di poeti, permettendo a "memento mori" e "memento vivi" di baciarsi sul cratere del Vesuvio. 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino