«Il sogno mio è creare un'orchestra di giovani, plasmarla, scegliere tutti i suoi componenti, selezionando i talenti più grandi, magari in Campania....
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Due ore e mezzo, una lectio magistralis al Teatro di Ateneo, un dialogo intenso e sincero. Oren si racconta agli studenti delle scuole primarie e dei licei di Salerno, protagonista della rassegna Open Class, in sinergia con l'associazione Tempi Moderni. «La musica è la più alta occasione di socialità e strumento di impegno politico», sottolinea Gennaro Iorio, direttore del Dipartimento di Studi politici e sociali. «Esiste una forte spaccatura tra mondo accademico, università e città - insiste Alfonso Amendola, docente di Sociologia dei media e ideatore del format L'obiettivo di Open Class è stimolare un dialogo vivo, propulsivo con il territorio. La ricerca della bellezza diventa forza motrice». Sullo schermo scorrono le immagini di Oren mentre dirige, i muscoli in tensione, la concentrazione estrema, lo sforzo fisico, per poi sprigionarsi nel canto lirico degli interpreti della Tosca, in scena al Teatro Verdi, con le performance a sorpresa del soprano Maria Josè Siri, Gustavo Porta e Sergey Murzaev. «Il talento per l'80 per cento è un dono divino, il restante 20 per cento è studio incessante e tecnica», insiste il maestro israeliano che, nel pomeriggio, si trasferisce al Conservatorio Martucci per le audizioni de «La vedova allegra» dirette a identificare coro, orchestra e solisti. L'opera è in cartellone nella stagione lirico-sinfonica del Massimo salernitano. Mentre tra gli studenti del contest di Open Class, che prevedeva la realizzazione di un elaborato su «Tosca», saranno selezionati venti universitari che avranno accesso al backstage all'Arena di Verona, e venti tra scuole medie e superiori per le prime e le repliche al teatro Verdi. «È un'emozione grandissima essere al campus, sono molto felice - ribadisce Oren - È un pubblico meraviglioso di ragazzi, che non ho mai affrontato in vita mia. L'intento è di avvicinare i giovani, soprattutto coloro che non studiano musica, perché la casa, la tv, la radio e la scuola sono assenti: come pretendiamo che si appassionino a una musica così meravigliosa che è un patrimonio così importante dell'Italia, a loro sconosciuto? È un crimine, dovrebbero essere i primi a difenderlo con grande forza. È l'orgoglio dell'Italia nel mondo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino