Doctor Strange nel Multiverso della follia: «È la storia Marvel più spaventosa di sempre»

Doctor Strange nel Multiverso della follia: «È la storia Marvel più spaventosa di sempre»
Torna il Dr. Stephen Strange e questa volta deve vedersela con tanti multipli di se stesso in un viaggio tra universi paralleli pieno di colpi di scena e avventure mozzafiato....

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Torna il Dr. Stephen Strange e questa volta deve vedersela con tanti multipli di se stesso in un viaggio tra universi paralleli pieno di colpi di scena e avventure mozzafiato. Succede in «Doctor Strange nel Multiverso della follia», nuovo capitolo della saga sul Signore delle Arti Mistiche ispirato a un fumetto degli anni Sessanta firmato da Stan Lee e Steve Ditko e accolto tra i supereroi Marvel nel 2016. Nei panni del protagonista c'è sempre Benedict Cumberbatch, dietro la macchina da presa un maestro dell'horror come Sam Raimi, non nuovo alle storie di supereroi (ha dalla sua «Darkman» e la trilogia originale di «Spider-Man»). Nel blockbuster da domani nelle sale, distribuito da Disney Italia, il regista spinge il genere fantasy in una direzione dark e minacciosa. «È il film Marvel più spaventoso di tutti i tempi», dice infatti Cumberbatch, «quasi nostalgico dello stile Raimi. Ci sono tutti i suoi marchi di fabbrica, in certi momenti non puoi fare a meno di saltare sulla sedia». Nella global conference da remoto il cineasta conferma: «Ho sempre considerato l'horror e la suspense due aspetti molto divertenti dell'arte cinematografica. Uno dei motivi per cui mi sono interessato al personaggio di Strange è proprio la sua natura di mago. Da ragazzo mi esibivo come prestigiatore in feste per bambini e matrimoni. Adoravo creare illusioni, per questo motivo trovo particolarmente interessante la figura di un supereroe che è anche un illusionista. Quindi, sono stato entusiasta di poter esplorare tale dimensione nell'Universo Marvel, ho portato in Doctor Strange quel che ho appreso nei miei primi film, come creare sequenze sospese, nelle quali l'elemento della paura non è mai dove ti aspetti che sia».

Per Cumberbatch la forza di Doctor Strange è il suo essere un outsider: «È un ribelle più che un leader, la sua caratteristica principale è la capacità di governare il conflitto. Qui poi si trova in un vortice, deve esplorare la sua umanità e il mistero della magia in cui è coinvolto». Al centro di tutto, l'idea del Multiverso: «Si basa sulla teoria delle stringhe, ma non sono un esperto e non provo nemmeno ad argomentare» dice l'attore. «Anzi, non voglio averci niente a che fare. Penso che la vita sia già abbastanza complicata così com'è, con un solo universo, figuriamoci con versioni multiple di esso. Diciamo che mi accontento delle mie complicazioni». Nel film che spera di bissare i successi al botteghino di «Spider Man: No Way Home», interpretato anche da Elizabeth Olsen (Wanda Maximoff), Chiwetel Ejiofor (Mordo), Benedict Wong (Wong) e Xochitl Gomez nel ruolo della teen-eroina Lgbtq+ America Chavez, Strange deve spalancare le porte del Multiverso per affrontare una nuova e angosciosa minaccia: un viaggio nell'ignoto che compie alleandosi con uno dei personaggi più potenti dell'Universo Marvel, Wanda appunto, capace di dominare la realtà spazio-temporale. Ma il percorso più difficile da attraversare è quello introspettivo. «È come se, affrontando tante realtà parallele, il mio personaggio compisse una spettacolare autoanalisi» spiega ancora Cumberbatch: «In fondo il Multiverso è un gigantesco specchio che riflette le sue fragilità e i suoi punti di forza, affinando il suo linguaggio emotivo».

Vanitoso ed egocentrico, ma anche brillante, Doctor Strange è un supereroe «profondamente imperfetto e umano» ed in questo sta il suo bello, commenta l'attore britannico che si divide con disinvoltura tra megaproduzioni hollywoodiane e film d'autore come «Il potere del cane» di Jane Campion. «Sono felice di poter fare entrambe le cose, essere al centro di un grande franchise come questo e, nello stesso tempo, essere completamente assorbito nel processo creativo di una regista magistrale: sono esperienze che mi arricchiscono. Strange è uno dei personaggi più importanti della mia carriera, sia per la sua complessità sia perché mi ha permesso di realizzare da produttore e attore progetti più piccoli che difficilmente trovano spazio». Elemento di novità nel racconto, infine, America Chavez, la supereroina Lgbtq+ capace di attraversare gli universi. Per l'attrice che la interpreta, Xochitl Gomez, «un simbolo di accettazione e di resilienza alle sfide del Multiverso». Commenta il produttore Kevin Feige: «La sua identità gender è una componente della sua personalità presente già nei fumetti, non è un fattore centrale nella storia, ma era importante che restasse». 

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Il Mattino