«Dare a Ennio Morricone il titolo dell'Auditorium significa restituire a questa città, alla sua amata Roma, l'identità che merita, quella...
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Da qui, la proposta di intitolare l'Auditorium Parco della Musica al suo nome, una proposta "sposata" da maggioranza e opposizione, che ha messo tutti d'accordo. Presente la famiglia, Andrea, Marco, Giorgia, Valentina, Francesca, Stefano (assente la moglie Maria), il regista Giuseppe "Peppuccio" Tornatore, l'avvocato e amico di lunga data Giorgio Assumma, il musicista Nicola Piovani, il sovrintendente Michele Dall'Ongaro, il presidente del Coni Giovanni Malagò. E tutti i vertici della Fondazione Musica per Roma. E a sorpresa, alla fine, arriva Renato Zero, ricorda soprattutto la moglie Maria e conclude: «Ennio dovunque sei, Renato ti amerà sempre, piangerà ascoltando le tue note e ti prego, non lasciarci».
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Una mattina scandita dalle musiche memorabili, come il motivo di "Deborah" tratto dalla colonna sonora di "C'era una volta l'America", eseguita dall'orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia.
Tornatore, che parla con la commozione nella voce: «Nel corso della mia carriera ho avuto fortuna e il privilegio di aver conosciuto Ennio Morricone, l'ho frequentato per 32 anni ci siamo divertiti e confrontati sul lavoro». Un rapporto cui Tornatore sta dedicando un progetto «in lavorazione e che spero di finire entro l'anno». «Per quasi 80 anni questo compositore ha musicato la nostra vita - riflette Tornatore - dai primi arrangiamenti per la televisione fino alla grande esperienza del cinema regalando emozioni indimenticabili. Chi regala emozioni, riceve emozioni. Ennio è stato ed è un riferimento importante per quel suo modo di vivere illuminato da una passione totale». «Ennio amava molto il silenzio - continua Tornatore - la musica è la pausa del silenzio e nel silenzio si trova la chiave della musica. Il suo silenzio ora è il più difficile da sopportare, ma forse è l'ennesimo esperimento. Dare a Ennio il titolo dell'Auditorium - conclude Tornatore - significa restituire a questa città, alla sua Roma, l'identità che merita, quella identità più congeniale di cultura e intelligenza, di cui ha bisogno». Una curiosità: Gaetano Blandini della Siae ricorda i 74 anni di legami di Morricone con la Siae cui ha depositato 5888 opere, quasi 80 l'anno. Votazione aperta, votanti 29, maggioranza 15, favorevoli 29, unanimità, applausi, tutti in piedi, lacrime. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino