«Favolosa», in un documentario la storia di Alessia e la Chiena di Campagna

«Favolosa», in un documentario la storia di Alessia e la Chiena di Campagna
Ci sono storie che uniscono un luogo e un suo abitante, tanto che l’uno può diventare metafora dell’altro. E magari finire in un film. Il titolo di questa...

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Ci sono storie che uniscono un luogo e un suo abitante, tanto che l’uno può diventare metafora dell’altro. E magari finire in un film. Il titolo di questa storia è “Favolosa”.

Alessia nasce 40 anni fa a Campagna, in provincia di Salerno. Quando viene al mondo, però, non si chiama Alessia ma Alessio, con la “o”. Insomma è un uomo, eppure sin dall’infanzia sa che non lo è davvero. Si sente ed è donna. In qualunque paese, negli anni ’80, è una condizione difficile da spiegare. Eppure Alessia ci prova. È donna, si comporta da tale. Risultato? Chiunque la prende di mira. Specie durante la festa del paese, la celebre “Chiena”. Quell’usanza – dicono secolare- di nettezza urbana, realizzata spostando il corso del fiume Tenza nelle strade dell’abitato, scosceso al punto giusto da consentire una rapida pulizia.

“Si ritiene che in origine il corso del fiume fosse proprio nelle vie del centro. Insomma, quando lo spostiamo non facciamo altro che farlo tornare nel suo alveo naturale” dice Sandro Magliano, 38 anni. È nato a Campagna e lavora da tempo a Roma nel reparto della fotografia cinematografica. Di questa vicenda ha deciso di fare un documentario, “Favolosa”, appunto.

Favolosa come la vita di Alessia. Che mentre si svolge la Chiena deve sorbirsi gli sfottò: “Ricchione” è il complimento minimo. Lei soffre ma continua a vivere. A 16 anni entra nella troupe di “Non è la Rai” come costumista. Fa esperienza e soldi, decide di operarsi. A Napoli trova un medico che le consente di tornare, finalmente, a essere sé stessa: “Il mio è stato un cambio di identità di genere” dice Alessia. Da allora può, anche anagraficamente, presentarsi come è sempre stata, una donna.

Inizia a girare l’Europa. Finisce per un anno a Londra, là non ha alcun problema. Ma il suo sogno è tornare a Campagna. Per nostalgia e per qualche rivincita. Sono proprio i ragazzi che un tempo la prendevano in giro i primi a farsi avanti per corteggiarla. Perché Alessia è donna ed è bellissima. Il tizio che la offendeva con l’insulto razzista si scusa: “Sei una grande persona e io un cretino” le dice. A Campagna trova poi l’amore definitivo e lo sposa, poi il lavoro che fa per lei, mette su un’agenzia di viaggi. “Mi dicono sia molto brava” racconta. “Il fatto è che con l’esperienza e i contatti che ho indirizzo i miei compaesani, altrimenti poco abituati, verso i luoghi più glamour del mondo”.

Magliano sta terminando le riprese e conta di far uscire il documentario in autunno per “8 Production”. La scintilla gliela offrì non una persona qualunque, Juliette Binoche. “Stavo lavorando a un film con lei e le dissi che avevo voglia di girare un film mio. L’attrice mi raccomandò di raccontare ciò che conosco bene”. Lui conosce bene il suo paese e le storie che lo attraversano. Le immagini della Chiena accompagneranno quelle della storia di Alessia, che culmina nei festeggiamenti per i suoi 40 anni: “Possibile che siamo in grado di deviare il corso di un fiume e non di accogliere una figura spettacolare, sorprendente, in grado di dare lezioni di civiltà come quella di Alessia?” si chiede il regista. Il senso della storia è tutto in una frase: “Come quando, durante la Chiena, il torrente torna nel suo alveo naturale, lei con la sua vita ha ritrovato sé stessa”.

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Il Mattino