CANNES - Per la prima volta a Cannes, Luca Guadagnino accompagna alla Quinzaine des Realizateurs il mediometraggio «The Staggering Girl», un trionfo di cinema e moda...
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«Il suo lavoro per me è una fonte di ispirazione» dice Guadagnino, «e una conferma che la moda ha un linguaggio narrativo che può essere tradotto efficacemente con i codici del cinema. Inoltre, da sempre mi interessano le persone capaci di esprimere con la loro creatività qualcosa di profondo e spesso ho il privilegio di frequentarle e di vivere accanto a loro esperienze importanti». Del resto, aggiunge Piccioli, «le sfilate sono in qualche modo cinematografiche, con la scelta degli abiti, delle modelle che devono indossarli interpretandoli, delle musiche e della scenografia. Le collezioni hanno un tempo interiore e un tempo cronologico, che vengono tenuti insieme da un unico flusso di coscienza. Un grande marchio può essere gestito solo a livello personale, la moda è un film interiore».
Data la lunghezza insolita, dove si vedrà il film? Guadagnino: «Ogni mezzo di diffusione è benvenuto, non ho preclusioni né mi pongo il problema delle piattaforme digitali tipo Netflix. Mi conforta che stia avendo un buon riscontro anche al mercato». Tra i suoi molti progetti (in ballo c'è anche il seguito del fortunato «Chiamami col tuo nome», basato sul nuovo libro di Aciman), c'è anche una serie televisiva, la prima della sua carriera, prodotta da Hbo e Sky. S'intitola «We Are Who We Are» ed è ambientata in una base militare americana in Italia, al centro del racconto due quattordicenni, un ragazzo ancora confuso sulla propria identità sessuale e una ragazza, che tutti però credono una coppia. Cast americano, spiega il regista, riprese in estate, molto probabilmente in una struttura del Nord.
Sulla Croisette Guadagnino ha ricevuto anche uno speciale Nastro d'argento del trentennale dalle mani del presidente del Sindacato giornalisti cinematografici Laura Delli Colli. Debuttare al Festival nella sezione molto cinefila della Quinzaine, dice, gli piace particolarmente: «Da vecchio appassionato della Nouvelle Vague, mi sento al top». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino