CANNES - Davanti all'ovazione del pubbico, dieci minuti di applausi ritmati sul suo nome, Alain Delon non ha retto e le lacrime hanno cominciato a rigargli il volto....
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E su questo punto è tornato spesso, nel corso della lezione di cinema, dialogando con un giornalista di Le Monde. «Ho cominciato per caso a fare l'attore, non avevo la vocazione come altri colleghi di quegli anni come Lino Ventura o Jean-Paul Belmondo. Ero appena tornato dall'Indocina dopo tre anno passati nell'Armée e non avevo nessuna dote particolare. Frequentavo una ragazza, Brigitte Auber, ci volevamo bene e con lei venni per la prima volta a Cannes. Non ero nessuno e non conoscevo nessuno, quando mi chiesero se volessi fare l'attore risposi che non ne ero capace. Ma al primo film, “Godot”, il regista Yves Allegret mi prese da parte e mi disse: non recitare mai, guarda come guardi, muoviti come ti muovi, vivi. È una lezione che non ho mai dimenticato». Da lì il cinema diventò la sua seconda casa: «Mi sono sentito subito nel mio elemento, la macchina da presa la guardo negli occhi, come una donna». Allegret, René Clement, Luchino Visconti... «Io ero il primo violino, loro i direttori d'orchestra». Visconti lo vide in «Delitto in pieno sole» e lo volle per «Rocco e i suoi fratelli»: «Senza di lui il film non si fa». Poi venne il sontuoso «Gattopardo» e fece di un bravo attore un'icona planetaria. Il produttore Selznick lo chiamò a Hollywood assicurandogli una fama stellare, ma durò poco: «Avevo troppa nostalgia di Parigi». Per «La piscina» avrebbero voluto affiancargli Angie Dickinson o Monica Vitti. Rispose: «O Romy Schneider o niente», regalandole una nuova carriera e un altro po' di vita.
Sullo schermo l'immagine del giovane Delon è di un fascino irresistibile. «E ora come fate a guardarmi come sono adesso?» chiede quando si riaccendono le luci dopo uno spezzone di «Delitto in pieno sole». Oggi l'attore più bello che il cinema abbia mai avuto passa giornate solitarie nella sua tenuta in campagna in compagnia del cane amatissimo. Dice: «Questa Palma d'oro non spetta a me, ma ai registi che mi hanno diretto. Purtroppo non ci sono più e io sono qui per accettarla al posto loro». Nei giorni scorsi le femministe americane lo hanno attaccato per le sue posizioni di destra e poco politicamente corrette. A tutte le polemiche ha risposto indirettamente la figlia: «Mio padre è un uomo antico con dei valori» ha detto ieri sera, «un uomo di un'altra generazione. E io sono fiera di lui». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino