Sanremo, solo i veri esperti salvano la qualità

Sanremo, solo i veri esperti salvano la qualità
C'è chi non perdona alla giuria, allora chiamata «di qualità», di avere organizzato la vittoria al Sanremo 2000 degli Avion Travel. E...

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C'è chi non perdona alla giuria, allora chiamata «di qualità», di avere organizzato la vittoria al Sanremo 2000 degli Avion Travel. E c'è chi non perdona ora, a noi giornalisti, ed ai giurati guidati da Mauro Pagani, di aver fatto vincere Mahmood a discapito di Ultimo, favorito della vigilia e largamente in testa nel giudizio popolare rappresentato dal televoto.


Il bisogno di mitigare, di temperare, in qualche modo, le armate giovanili dei televotanti venne in mente agli organizzatori festivalieri dopo verdetti umilianti per i concorrenti e la manifestazione, dopo vittorie come quelle dei Jalisse che certo non fecero bene alla canzone italiana, spingendo i big a disertare sempre di più la manifestazione. Oggi si ripropone l'idea di puntare solo su chi è abituato ad esprimere dal telefonino la propria preferenza. Certo, vincerebbero i divi del momento, spesso destinati a sparire dopo poco come Marco Carta, come Valerio Scanu. E allora, come fare? Cosa fare?

Si può davvero, si vuole davvero, fare di Sanremo, come Baglioni ripete da due anni, qualcosa di simile a un festival del cinema? Allora si trovi il coraggio di puntare tutto su una giuria, davvero qualificata, davvero di esperti, il più possibile insospettabile. Anche a Venezia, anche a Cannes, registi, attori, sceneggiatori, artisti vari possono essere accusati di conflitti di interessi, ma si accetta il gioco e, come a Sanremo, si approfitta della vetrina, maestri venerati corrono il rischio di essere battuti da esordienti assoluti, sapendo però chi, e quindi come, li giudicherà. Contento nel 2000 per gli Avion Travel e quest'anno per Mahmood (ma il mio preferito era Silvestri), mi piacerebbe vedere nel 2019 il verdetto sanremese deciso da una giuria presieduta da Paolo Conte e formata da un grande dj, il compositore Teho Teardo, un rapper di successo, un autore del calibro di Claudio Mattone, una primadonna della canzone come Loredana Bertè, uno storico della canzone, un arrangiatore...


Impossibile? Forse, ma per provarci bisognerebbe volerlo. Altrimenti, ripristiniamo il televoto secco subito e prepariamoci alle polemiche, eguali e contrarie a quelle di quest'anno, che verranno. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino