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Filippo Timi è uno degli attori italiani più amati: grazie alla sua grande espressività e al suo talento, ha sempre incantato migliaia di spettatori sia a teatro che al cinema. In una recente intervista, si è raccontato a cuore aperto tra difficoltà della vista e del linguaggio dovute al morbo di Stargardt e alla balbuzie. Inoltre, l'attore ha anche parlato della sua omosessualità e di come l'abbia vissuta quando era un ragazzino. Ora, Timi è tornato su Sky e Now con la nuova serie I delitti del BarLume dove interpreta un barista mezzo investigatore e burbero.
L'intervista di Filippo Timi
Filippo Timi ha iniziato la sua intervista con Il Corriere della Sera parlando di come accoglie le sue fragilità fisiche nel set: «Per il morbo di Stargardt, che mi fa vedere solo i contorni, non riesco a inventare le immagini, ma è un tema. Quanto alla balbuzie, è meno forte però c’è ancora, a volte in scena non so se mi esce la frase. Mi costringe a un lavoro supplementare. Sono anche autoironico. La vita ti insegna che o soccombi, oppure le fragilità cerchi di usarle, e trovarvi un valore. Un fiore, su un sasso, spunta uguale. E il sasso è la vita stessa».
Inoltre, Filippo Timi ha parlato anche della sua omosessualità: «Io a 21 anni lasciai la provincia.
Filippo Timi e la povertà
Infine, Filippo Timi ha anche parlato di che cosa gli ha lasciato il periodo di povertà vissuto dalla sua famiglia: «Un senso di insicurezza. Dietro le mie spalle non c’è nessuno. Ricordo lo stupore per un cappotto di cachemire. Ancora oggi in alcuni provini mi fanno i complimenti e magari non mi prendono. Ma sto lavorando tanto, non mi lamento». Sui suoi 50 anni, che compirà a febbraio, Timi ha detto: «Mi sento al centro, nella metà. Vediamo che metà sarà l’altra. E’ come se quel mio cappotto di cachemire si fosse un po’ imbiancato, però alleggerito».
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