Filumena Marturano, ultimo ciak a Napoli: «Un sogno e una responsabilità»

Filumena Marturano, ultimo ciak a Napoli: «Un sogno e una responsabilità»
I soffitti alti tipici dei palazzi storici del centro antico di Napoli, le pareti indaco della camera da letto, la carta da parati ornata d'oro, i lampadari di cristallo, i...

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I soffitti alti tipici dei palazzi storici del centro antico di Napoli, le pareti indaco della camera da letto, la carta da parati ornata d'oro, i lampadari di cristallo, i mobili in legno intarsiati: la casa di Domenico Soriano di «Matrimonio all'italiana» di Vittorio De Sica a piazza del Gesù ritorna set (anche se a un civico diverso) con «Filumena Marturano» diretto da Francesco Amato (torinese classe 78, regista di «18 regali» e della serie Imma Tataranni con protagonista Vanessa Scalera) e già alla base di quella trasposizione cinematografica. Un metafilm, per la tv, insomma, prodotto da Picomedia in collaborazione con Rai Fiction, a proseguire il discorso iniziato con «Natale in casa Cupiello», «Sabato domenica e lunedì» e «Non ti pago», trilogia Edoardo De Angelis alla regia e Sergio Castellitto protagonista. Come di tradizione in tv il dialetto lascia il posto ad un italiano con inflessione.

«Quando mi è stato proposto di realizzare un adattamento cinematografico dalle commedie di Eduardo speravo si trattasse di Filumena Marturano, che ho già portato a teatro, ad altri testi non sarei riuscito ad approcciarmi», spiega il regista. «Abbiamo deciso di lavorare sulle sfere emotive e psicologiche dei personaggi, facendo emergere il legame contraddittorio e insolubile tra Filumena e Domenico. La commedia di De Filippo è attuale, è femminista, parla della sofferenza di una donna che non riesce a staccarsi da un uomo, dell'amore di una madre che vuole il meglio per i suoi figli, del senso di responsabilità di un uomo che vacilla, ma che alla fine accetta la paternità in virtù di un amore che continuamente cerca di rinnegare».

«'E figlie so' figlie»: l'abbiamo sentito recitare dalla grande Titina De Filippo e dopo di lei l'hanno ripetuto Regina Bianchi, Pupella Maggio, Sophia Loren, Isa Danieli, Valeria Moriconi e Lina Sastri, adesso è il turno di Vanessa Scalera, il sostituto procuratore della fiction Rai, mentre a dover fare i conti con l'interpretazione di Domenico Soriano è Massimiliano Gallo.

«La commedia di De Filippo non è rimaneggiabile, noi offriamo la nostra visione di quel capolavoro», spiega Scalera. «È un omaggio che rendiamo a un grande autore, senza farci intimidire dalla sua grandezza. Se ci fermassimo ad ammirare le sue opere, non riusciremmo a rivisitarle. A chi mi dice che Eduardo non si deve toccare, io rispondo con una domanda: perché non dovremmo farlo? Eduardo si deve toccare per non privare i più giovani dei suoi capolavori. Per l'interpretazione ho cercato di non lasciarmi condizionare da tutte le grandi attrici che mi hanno preceduta in questo ruolo. Ma un esempio l'ho seguito: Sophia Loren in Matrimonio all'italiana».

Ieri le riprese della scena finale, il matrimonio tra Soriano e la Marturano, nella chiesa di san Marcellino e Festo, anche se nella versione di De Sica si sposavano al Gesù Nuovo. Sul set anche il sindaco Gaetano Manfredi e l'assessore al turismo Teresa Armato. «Realizzare un film sulla Marturano è una bella sfida di regia e di recitazione», commenta il sindaco. «Bisogna fare i conti col pubblico italiano, oltre che napoletano. Spero che il film restituisca la grandezza della storia, profondamente attuale, e la bellezza della città, immutata nel tempo».

Una ventina di figuranti, in vestiti tipici degli anni Cinquanta, ha preso parte alle nozze: dai bambini con le bretelle nere che spuntavano dalle camicie bianche, alle signore in tailleur con tanto di velo ricamato a coprire il volto. Un'auto d'epoca aspettava i neo-sposi all'ingresso della chiesa, almeno finché non è andata in panne dopo ore in sosta col motore acceso in attesa del ciak.

«Da una parte è un sogno vestire i panni di Domenico Soriano, dall'altra è una grande responsabilità», confessa Gallo. «Mi rendo conto di dover affrontare un personaggio che nell'immaginario collettivo è associato alle figure di Eduardo, ma anche di Marcello Mastroianni per il film di De Sica. Non posso che lavorare con grandissima dedizione e un profondo rispetto verso il testo e quello che il regista vuole raccontare».

Le riprese continueranno fino alla fine della settimana tra il centro storico, la casa in piazza del Gesù che da dimora di Soriano sarà adibita a lupanare, piazza Plebiscito e il teatro Sannazzaro.

I set di Picomedia in città non finiscono qui: mentre continuano le riprese della terza stagione di «Mare fuori» ed è già stata annunciata una quarta stagione, il produttore Roberto Sessa promette un film Rai l'anno tratto da De Filippo. E a febbraio toccherà a «Caracas», nuovo film di Marco D'Amore tratto dal romanzo Napoli Ferrovia di Ermanno Rea. 

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Il Mattino