Tempo di ritorni. Fiorello torna a Napoli, stasera e domani all'Augusteo, con «L'ora del Rosario», ma anche in tv, con la sua «Edicola», stavolta...
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Intanto, Fiore, che rassegna stampa cittadina vorresti trovare al tuo arrivo a Napoli?
«Mi piacerebbe non leggere di ammazzamenti e pallottole vaganti».
Insomma che Napoli non assomigliasse a Gomorra?
«Ma Napoli non è Gomorra e le polemiche sulla serie tv, sul film, sul libro sono stupide. I film sulla mafia non sparlano della Sicilia, è il crimine organizzato che insozza la mia terra, non chi lo racconta, cinema o tv che sia. Milano è sopravvissuta senza danni ai film poliziotteschi anni Settanta, e se poi è entrata nel decennio da bere, diversamente violento, certo non è colpa delle pellicole con Maurizio Merli».
«L'ora del Rosario» è un successo ormai rodatissimo. All'Augusteo arriva all'indomani di «Grillo vs. Grillo».
«Non lo sapevo, se mi fossi accorto che Beppe era a Napoli potevo anticipare il mio arrivo in città e vedermi il suo show. Intanto, è una bella sfida misurarmi con un animale da palcoscenico come lui. Per fortuna che abbiamo due pubblici diversi».
Lui a fine spettacolo «comunica» i fedeli Ms5 con un grillo candito. E tu?
«Io al massimo potrei offrire un bel caffè, tipo quello che il Professore mi fa trovare ogni volta che vengo qui. È così denso che si taglia con il coltello».
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Il Mattino