Un pizzico della Carrie Mathison di Homeland, una spruzzata del dottor House ma soprattutto l'istinto e la gran voglia di mettere in scena un'eroina...
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Con la Pession a Giffoni c'è anche Laura Ippoliti, ideatrice e scrittrice della serie che spiega: «Qui è stato fatto un vero miracolo: in un luogo imprevedibile si semina la passione e si formano le persone fin dalla più tenera età per avere un pubblico critico ed esperto che poi chiederà prodotti importanti e di qualità. E per noi è fondamentale. Oltre la soglia è una serie che parla ai ragazzi e alle famiglie e punta un faro su un angoli oscuri. Rischiarandolo rimuoviamo la paura. Perché ce lo insegnano i film horror: il mostro non è mai così brutto come lo abbiamo immaginato». La Ippoliti svela anche le armi segrete usate per scrivere la serie: «Una figlia adolescente che ho da sempre trattato come una persona, non come una bambina o altro, e una squadra di sceneggiatori fantastica a partire da Michela Straniero. E poi devo dire anche i ricordi che ho molto definiti di quel periodo della mia vita». Cosa confermata anche dalla Pession: «So che sembro solare ed esplosiva ma ho avuto un'adolescenza problematica e dentro di me ancora ribolle tutto un mondo...» «La nostra serie - dice ancora la Pession - parla di esseri umani, di ragazzi che sono il nostro futuro, e poi della dottoressa Tosca che a sua volta ha una malattia psichiatrica (una schizofrenia paranoide). Lei stessa, quindi, è controversa, spigolosa e anche politicamente scorretta ma nonostante questo lotta con passione de empatia e si aggrappa alla vita perché questi i suoi giovani pazienti non vadano oltre la soglia da cui non potranno tornare». Tra i modelli a cui si è ispirata per il suo personaggio la Pession cita sia la protagonista di Homeland («che adoro») ma anche e soprattutto una sua amica neuropsichiatra: «Una vera eroina, che ne ha passate di tutti i colori anche perché era una donna. Eppure - spiega - è sempre stata un modello per il suo spendersi per le sue giovani pazienti e il suo essere anticonvenzionale: una volta portò in reparto addirittura un asino...». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino