Una vita a tutto rock. Per una curiosa coincidenza, Gianna Nannini spegne 60 candeline nello stesso anno in cui celebra il quarantennale del suo album d’esordio. Del resto,...
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Gianna Nannini si è imposta presto come un’icona del rock al femminile, come personaggio fuori dagli schemi, amata dai movimenti femministi e capace di esportare il “made in Italy” all’estero. A cominciare dalla Germania, sua seconda patria, complice anche la storica collaborazione con Conny Plank. Tutta la sua carriera è un continuo dibattersi tra un’inesauribile energia e una dolcezza melodica che le ha garantito anche il gradimento del pubblico meno avvezzo alle sonorità rock. Anche nelle sbandate più commerciali, nei suoi hit più ruffiani, ha saputo distinguersi dalla massa del mainstream italiano, in virtù di apprezzabili doti canore, di una esuberante presenza scenica e di un approccio sempre molto viscerale. “Clito-rock” definisce la sua musica Christian Zingales. E non si può negare che la componente-sessualità abbia avuto un peso fondamentale nell’ascesa del personaggio, alimentata da un senso libertino della trasgressione.
Del resto la vocazione a scelte non consuete l’ha sempre accompagnata, da quando ha deciso di non lavorare nell’azienda pasticcera di famiglia per abbracciare il rock fino alla maternità da donna single e ultracinquantenne, nel 2010, quando è nata la piccola Penelope.
Il Mattino