In tutti e tre i turni di televoto della finale di «Amici» Giulia (Molino, siamo sempre nel tempo degli scognomati»), 20 anni, da Scafati era in testa. Quando...
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Terza classificata, Giulia è in classifica con il suo primo album, «Va tutto bene», solo sette pezzi, scritti in larga parte da lei e prodotti da Carlo Avarello. Tra canzoncine d'amore - «a lieto fine» e no, per uomini e per la mamma sempre cantate di pancia - c'è n'è una diversa, feroce, che si intitola «Nietzsche: «Il filosofo c'entra poco, io c'entro molto, l'ho scritta per reagire all'anoressia che mi ha tenuto in scacco tra i 15 e i 18 anni: quel disturbo alimentare è un paradosso, si nutre di te mentre tu ti costringi a non mangiare; tu vuoi scomparire ma vorresti anche che qualcuno si accorgesse dei segnali di allarme che lanci». Eccola, allora, piccola grande donna, urlare, rappare, mandare a fanculo: «Che ne sai tu di quando volevo sprofondare/ che ne sanno i miei amici delle notti prese a male/ che ne sanno i miei vicini delle grida contro il muro/ quando accanto hai nessuno, chiudi gli occhi e vaffanculo». La passione per la musica, spiega, «è iniziata quando avevo 8 anni e mi presero per un musical al villaggio turistico dove villeggiavo con i miei. Facemmo Grease e chi mi aveva scelto mi suggerì di fare lezioni di canto, pensare che io venivo da 8 mesi di danza. Ho seguito il suo consiglio e la musica è diventata anche l'unica maniera per rispondere a quello che mi sembrava il mostro da uccidere. Poi ho capito che, invece, dovevo prenderlo per mano, come l'abisso fece con Nietszche, senza più permettergli di farmi del male».
E ora? «Ora mi sono chiusa in una casa a Roma con Francesco Bertoli, grandissimo amico scoperto ad Amici, e faccio musica con lui, aspettando di tornare a Scafati, con il mare e Napoli a un tiro di schioppo. Durante il talent show mi hanno detto che cantavo troppo, poi poco, poi di nuovo troppo. Forse sono troppa, non piacerò a tutti, ma questa sono io».
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Il Mattino