Giulia Molino, da Scafati al podio di Amici: «Ma ho vinto sull'anoressia»

Giulia Molino
Giulia Molino
di Federico Vacalebre
Giovedì 9 Aprile 2020, 00:04 - Ultimo agg. 08:55
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In tutti e tre i turni di televoto della finale di «Amici» Giulia (Molino, siamo sempre nel tempo degli scognomati»), 20 anni, da Scafati era in testa. Quando l'ha saputo ha gioito, ma senza protestare contro la giuria dei prof che le ha preferito Javier, aprendo la strada alla vittoria di Gaia (Gozzi). «Scoprire che c'era un pubblico che tifava per me mentre mi esibivo in quel silenzio innaturale mi basta e avanza», spiega lei, finalmente tranquilla. «Quando Maria De Filippi ci ha detto che ci saremmo esibiti senza pubblico credevamo fosse impossibile, poi abbiamo capito che si alzava la posta in palio: lì sei costretto a pensare solo alla musica, non ti puoi distrarre, sei sempre nudo davanti a tutti. Nel coronatalent le nostre nudità erano ancor più spudorate, non c'era il filtro di un applauso, di una tifoseria, se non cantavamo si sentiva il respiro affannato, il battito del cuore».

Terza classificata, Giulia è in classifica con il suo primo album, «Va tutto bene», solo sette pezzi, scritti in larga parte da lei e prodotti da Carlo Avarello. Tra canzoncine d'amore - «a lieto fine» e no, per uomini e per la mamma sempre cantate di pancia - c'è n'è una diversa, feroce, che si intitola «Nietzsche: «Il filosofo c'entra poco, io c'entro molto, l'ho scritta per reagire all'anoressia che mi ha tenuto in scacco tra i 15 e i 18 anni: quel disturbo alimentare è un paradosso, si nutre di te mentre tu ti costringi a non mangiare; tu vuoi scomparire ma vorresti anche che qualcuno si accorgesse dei segnali di allarme che lanci». Eccola, allora, piccola grande donna, urlare, rappare, mandare a fanculo: «Che ne sai tu di quando volevo sprofondare/ che ne sanno i miei amici delle notti prese a male/ che ne sanno i miei vicini delle grida contro il muro/ quando accanto hai nessuno, chiudi gli occhi e vaffanculo». La passione per la musica, spiega, «è iniziata quando avevo 8 anni e mi presero per un musical al villaggio turistico dove villeggiavo con i miei. Facemmo Grease e chi mi aveva scelto mi suggerì di fare lezioni di canto, pensare che io venivo da 8 mesi di danza. Ho seguito il suo consiglio e la musica è diventata anche l'unica maniera per rispondere a quello che mi sembrava il mostro da uccidere. Poi ho capito che, invece, dovevo prenderlo per mano, come l'abisso fece con Nietszche, senza più permettergli di farmi del male».

E ora? «Ora mi sono chiusa in una casa a Roma con Francesco Bertoli, grandissimo amico scoperto ad Amici, e faccio musica con lui, aspettando di tornare a Scafati, con il mare e Napoli a un tiro di schioppo. Durante il talent show mi hanno detto che cantavo troppo, poi poco, poi di nuovo troppo. Forse sono troppa, non piacerò a tutti, ma questa sono io».
 

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