Comicon 2024, le prime immagini di “Il segreto di Liberato”: un manga napoletano

Minispoiler del film sul cantante misterioso

Un'immagine de "Il segreto di Liberato"
Un'immagine de "Il segreto di Liberato"
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Giovedì 25 Aprile 2024, 23:06 - Ultimo agg. 26 Aprile, 21:42
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Un minimo di spoiler ci vuole in questo caso: «Il segreto di Liberato» inizia con i concerti del settembre scorso in piazza del Plebiscito. Poi irrompono le immagini di Napoli, e la voce del cantante misterioso: «A Napule tutt’ quant’ tenimm’ ‘nu segret’. Ogni vico, ogni palazzo, ogni muro ten’ ‘e mister’ suoje. Ce sta ‘o segret’ ‘ro Munaciell’, ‘a bella ‘mbriana, ‘o sang’ ‘e San Gennaro, ‘e pret’ ‘da Pedamentina, ‘a sirena Partenope, ll’ov’ sott’ ‘o castiell’, ‘o segret’ ‘e Pulecenell’… e po’ ce sta ‘o segret’ mie».

Poi, come nel più verace e cosmopolita anime napoletano, torna il ragazzo che si nasconde sotto il cappuccio, ma è un cartone animato. Che ci porta in una storia in cui incontreremo un vecchio maestro di musica, «Era de maggio», una band, un bimbo-Pulcinella, il lungomare, Materdei, piazza del Gesù, Francesco Lettieri e i Kazzimma brothers, «Nove maggio, Berlino, Londra, Parigi, Calcutta al «MiAMi», il primo concerto alla rotonda Diaz (con tanto di sbarco via mare) e l’ultimo al carcere di Poggioreale, la festa allo stadio Maradona per il terzo scudetto, e, soprattutto, un ragazzo (Liberato a 16 anni?) e una ragazza (Lucia, come l’unica canzone inedita della colonna sonora). Lui sogna di diventare musicista, lei di disegnare manga. Cresceranno, emigreranno, si baceranno, si amerebbero, ma... 

Ma i segreti restano segreti e Liberato potrebbe apparire alla prima del suo film, naturalmente a Napoli, cinema the Space, un minuto dopo la mezzanotte dell’8 maggio, insomma: il 9 maggio, occhio ai numeri, tanto per cambiare. Per una settimana nei cinema, al «Comicon» di Napoli, aperto ieri alla Mostra d’Oltremare, con 45.000 presenze nonostante la pioggia che andava e veniva, «Il segreto di Liberato» è stato svelato, si fa per dire, al teatro Mediterraneo da due dei suoi autori: Lrnz, alias Lorenzo Ceccotti, che firma i disegni animati, e Giuseppe Squillaci, regista dell’animazione. Già perché, come la musica e l’immaginario di Liberato, anche il suo film è un ibrido di linguaggi, di stili, qui il documentario con il racconto dietro le quinte del mistero si alterna ad una storia a cartoni animati. Di questa, e solo di questa parte si parla al «Comicon».

Lrnz racconta di essere stato contattato da Liberato via Instagram («All’inizio pensavo si trattasse di uno scherzo») e di aver lavorato con lui e per lui senza averlo mai visto, ma sentito sì: «All’inizio avevamo paura, la sua voce importante doveva servire per doppiare un ragazzo, ma è stato bravissimo, è anche un grande attore». Sì, ma il mistero? Sapete chi è e non lo volete dire? «Ma quando mai, ci abbiamo parlato, certo, ma ogni telefonata, ogni riunione su piattaforma, arrivava da un account diverso, con una grafica diversa e mille precauzioni». Squillaci spiega che l’animazione guarda al maestro Miyazaki, alla tecnica «full limited»: otto mesi di lavorazione («e ci stiamo ancora lavorando»), 70 persone impiegate per i disegni digitali, gli sfondi, basati sulla library fornita dal solito Letteri, che firma la regia del film, con Giorgio Testi per le riprese live. 

Torchiare i due al Mediterraneo non serve a molto: «Se non si svela il segreto di Liberato, vi raccontiamo di sicuro come mai prima la sua intimità, la sua passione per i manga, che ce lo hanno reso così vicino, che hanno facilitato la comunicazione con noi: era strana comunque, sempre filtrata dal suo staff, dai suoi postini». 

A un certo punto spunta anche il «Comicon», come in un metafilm: «Nell’edizione 2015 successe qualcosa di importante per lui...

Da quando si è saputo i fan passano e ripassano l’elenco di chi c’era per vedere se...». Oddio, era l’anno di Milo Manara magister, c’era pure Liberato? 

 

Il segreto resta segreto, il film ricorda i nomi dei presunti artisti che il cappuccio nasconderebbe, Cori, Cerulo, Nocerino... Uno, nessuna e centomila, il fantasma del palcoscenico reclama di aver contribuito all’hype che negli anni Duemila ha riportato Napoli al centro dell’immaginario collettivo: «Non mostriamo la città camorristica o violenta, ma quella bellissima, romantica, misteriosa», sottolineano Cecchotti e Squillaci. Il Liberato del film racconta anche il «ritorno» a Napoli, da Londra (altra traccia su cui indagare), il disagio di trovarsi in una città cambiata, turistificata, gentrificata: in vico Speranzella dove un tempo lui comprava «’o fummo» mo’ si vendono gli spritz e si offrono «neapolitan basso experience».

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In attesa di vedere il film, insomma, il segreto di Liberato si confonde con quelli della sua città, delle mutazioni in atto, ogm compresi. Il segreto resta segreto, anche al «Comicon», attendendo il 9 maggio, quando (non) ne sapremo di più, quando forse Illo apparirà, quando continueremo a non sapere chi cazz’è Liberato. «Se alla fine Liberato non è nessuno, allora Liberato è tutti», dice una frase del film, a dar retta ai bene informati.

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