I 70.000 bambini che da sud viaggiarono verso nord nel secondo dopoguerra

I 70.000 bambini che da sud viaggiarono verso nord nel secondo dopoguerra
Da Napoli furono circa dodicimila, da tutto il Meridione circa settantamila: sono i bambini che nell’immediato secondo dopoguerra viaggiarono verso il centro e il nord...

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Da Napoli furono circa dodicimila, da tutto il Meridione circa settantamila: sono i bambini che nell’immediato secondo dopoguerra viaggiarono verso il centro e il nord Italia, dove furono ospitati per far fronte alle difficoltà, al forte disagio in cui versava il sud.

A raccontare questa storia poco nota di iniziativa sociale prima ancora che politica (sebbene i trasferimenti fossero stati coordinati dal Partito comunista, insieme con le donne dell’Udi) è il documentario “Gli occhi più azzurri. Una storia di popolo”, realizzato da Simona Cappiello e Manolo Turri dall’Orto (le animazioni sono di Marino Guarnieri), che questo mercoledì 3 sarà proiettato all’Asilo (alle 21, a vico Maffei 4; per maggiori informazioni, consultare sito e pagina Fb).
Il documentario seguirà il viaggio di quei treni colmi di bambini, che in un certo senso unirono l’Italia, le sue anime distanti, in un’unica volontà di salvaguardia e protezione della propria infanzia e del proprio futuro.
E lo fa snodandosi attraverso l’esperienza di una giovane donna e i ricordi della nonna; e articolandosi tra foto, filmati depoca, interventi di animazione. E testimonianze: quelle dei bambini di allora, ma anche dell’ex sindaco di Napoli Maurizio Valenzi, della moglie Litza Cittanova, della senatrice Luciana Viviani, del regista Carlo Lizzani (all’epoca documentarista del Pci).
Ma la proiezione all’Asilo è anche l’occasione di un incontro e di una presentazione. Prenderanno parte alla serata, infatti, Lucia Valenzi della Fondazione Valenzi, Salvatore Di Maio dalla Casa dello scugnizzo e la Casa delle donne di Napoli/Bene comune. E sarà presentato il volume (edito da la Città del sole) che completa e approfondisce la vicenda, con interviste, documenti di archivio, articoli di giornale.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino