«Il silenzio grande», Napoli torna al cinema tra luci e ombre

«Il silenzio grande», Napoli torna al cinema tra luci e ombre
Venezia In sette anni Massimiliano Gallo è venuto alla Mostra con nove film. Dice: «Per me questo festival è un luogo del cuore». Ieri ci è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Venezia

In sette anni Massimiliano Gallo è venuto alla Mostra con nove film. Dice: «Per me questo festival è un luogo del cuore». Ieri ci è tornato per accompagnare alle Giornate degli Autori «Il silenzio grande», dal testo di Maurizio De Giovanni, che aveva già interpretato con successo in teatro e sempre con la regia di Alessandro Gassmann. Come si fa a passare dal palcoscenico al set? «Ci si lascia alle spalle il percorso di costruzione dello spettacolo. Si ricomincia daccapo, con un nuovo linguaggio, è l'unico modo per restituire la verità sullo schermo».

Nella storia un famoso, egocentrico scrittore, chiuso nel suo studio tra i libri che ama più dei familiari, dialoga via via con la moglie (Margherita Buy) e i due figli ragazzi (Antonia Fotaras e Emanuele Linfatti), affrontando temi mai toccati apertamente, con il controcanto acutissimo e affettuoso della governante Marina Confalone. Confessioni che assumono ben presto la forma di un flusso di coscienza. «Al centro della storia i silenzi che giorno dopo giorno scavano dei solchi difficili da colmare» spiega Gassmann. «Tutta la vicenda è ambientata in una villa un tempo lussuosa e ora cadente, nella Napoli dei primi anni Sessanta del secolo scorso, dolce e malinconica come una carezza». Qui, nella casa messa in vendita con il parere contrario del protagonista, implodono i conflitti di una nucleo familiare borghese, dove nessuno si è mai preso la briga di conoscere davvero i pensieri dell'altro. Ancora Gassmann: «A me i silenzi piacciono, ho conosciuto solo due persone più silenziose di me, mio padre Vittorio e Erri De Luca». Il rapporto con il padre tiene inevitabilmente banco. «Lo prendevo il giro e lui si divertiva, non sopportava la deferenza di chi vedeva in lui solo il Mattatore. Con mio padre ci siamo sempre capiti e ci siamo detto tutto quello che c'era da dire. Nel cinema mi sono messo a studiare, non volevo essere schiacciato da una figura così importante, ho sempre creduto alla meritocrazia».

Girato in pieno lockdown «come in una bolla, ci sentivamo protetti», «Il silenzio grande» arriverà in sala il 16 settembre e pochi giorni dopo, il 20, Gassmann tornerà su Raiuno nella terza serie dei «Bastardi di Pizzofalcone» dell'amico De Giovanni, ancora nei panni dell'ispettore Lojacono. Napoli, insomma, continua a essere protagonista dell'audiovisivo e a giocare da protagonista in Laguna. «Non mi sorprende» spiega Gallo, «è una città unica, in tutti i sensi, ha luci meravigliose ma anche ombre e, soprattutto, ha ancora la capacità di accogliere e di accudire, sa come far sentire a casa la gente. E questa intelligenza dell'identità finisce per essere generatrice di arte e di talenti nel cinema, nel teatro, nella musica, in tutte le forme dell'espressività e della narrazione di una cultura».

È d'accordo Marina Confalone? «Certo, Napoli ha bellezze naturali e effervescenza culturale, ha una lingua musicale e un patrimonio artistico tale da poter fare da sfondo a ogni genere di storie».

In un'estate pienissima d'impegni, Massimiliano ha girato i nuovi episodi della serie sul sostituto procuratore materano Imma Tataranni e sta completando le riprese della serie sull'avvocato Malinconico, tratta dai libri di Diego De Silva. Come sarà, questo nuovo personaggio? «Divertente, ironico, un tipo buffo, politicamente scorretto e sempre in ritardo che si fa amare per forza. De Silva mi ha detto che ormai scrive pensando a me, alla mia faccia. Mi ha fatto piacere».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino