«Sogno di restituire una dignità a mia madre. Non voglio che la gente la ricordi prima come “la regina delle televendite”, poi come “la regina delle...
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Madre e figlia furono condannate in via definitiva nel 2009 per “bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione per delinquere finalizzata alla truffa a seguito di trasmissioni televisive in cui si raggiravano i telespettatori”. «Io non sopporto chi punta il dito senza andare oltre», prosegue la Nobile. «Siamo sinceri: noi sappiamo e conosciamo tutti i nostri errori. La giustizia ci ha fatto pagare un conto salatissimo. Io e mia madre assommiamo più di 18 anni di carcere in due. Attraverso il più duro dei reality possiamo metterci a nudo e far capire che non siamo due mostri».
«Io non provo risentimento verso nessuno», dice la Marchi. «Nemmeno per “Striscia la notizia”, che ha dato il via all’operazione “Tapiro di sale” su cui si è poi basata l’inchiesta giudiziaria (...) Abbiamo bisogno di raccontare chi siamo: due persone pulite e libere con tanto di passaporto e documenti in regola. Noi abbiamo pagato. Io vivo di pensione, che non arriva a 500 euro in totale, dopo oltre 40 anni di contributi versati. (...) Non auguro a nessuno di cadere all’inferno, chiedere una mano e non trovare nessuno che te la tenda. Non voglio la pietà di nessuno. Ho cercato lavoro, ma nessuno vuol dare un posto a Wanna Marchi. E poi io nasco e morirò in tv. Io e mia figlia cammineremo sempre a testa alta. Nel bene e... nel bene. Di male non c’è niente! Il male sta negli occhi di chi vuole vederlo a tutti i costi». La Marchi e la figlia concludono con una battuta: «Il nostro motto non sarà più “d’accordo?” ma “Adosss!”, che vuol dire “Rivincita”».
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Il Mattino