Jaffa XXX: «Dal cinema porno al rap: ci vuole sempre passione»

Il sorrentino Iaccarino lancia il brano con Lady Verona

Jaffa XXX e Lady Verona
Dal porno al rap. È il passo azzardato da Raffaele Iaccarino, 45 anni, di Sorrento, conosciuto nel mondo della pornografia come Jaffa XXX, per cinque anni allievo...

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Dal porno al rap. È il passo azzardato da Raffaele Iaccarino, 45 anni, di Sorrento, conosciuto nel mondo della pornografia come Jaffa XXX, per cinque anni allievo dell'Academy di Rocco Siffredi a Praga e da allora professionista dell'hard. In questi giorni è uscito un suo brano, «Camshot», irripetibile gioco di parole sospeso tra il lessico del cinema e del sesso, anche perché con lui «canta» la collega Lily Verona. Il pezzo prende di mira chi si mette nudo per notorietà e per soldi: «Si a vita nun te dà chances, piens' ca sta Only funs» è il ritornello. Iaccarino assicura che pornografia e musica per lui sono passioni.


Una strana canzone di denuncia, la sua, Jaffa XXX.

«Critico una degenerazione che ha preso piede, specie dopo la pandemia: molti pensano che spogliarsi davanti a una telecamerina sia fare porno. E insieme ricordo che dietro questa voga spesso c'è un vuoto esistenziale: non ho lavoro e così ci provo vendendo immagini di piedi, se non peggio. Nella canzone dico pure "stai sempre sui social ma sei un asociale". Vivere incollati a un telefono è la forma di depressione più diffusa dei nostri tempi».

Ha scelto il rap per dire la sua filosofia.
«Il pezzo e il video sono nati mentre partecipavo a un casting di "Ciao Darwin". All'inizio volevo solo produrlo, un tizio del programma mi disse che dovevo essere io a cantare. E dire che al rap sono arrivato tardi, preferivo l'elettronica. E che le ultime esperienze di canto le ho avute da ragazzino, al coro della chiesa».

Dal sacro al profano, insomma.
«Sono soddisfatto. Da tempo faccio produzione, soprattutto di videogiochi, e ho confidenza a coordinare troupe: nel brano hanno lavorato Leo Ingegno alla base, Mauro Marsu al testo, la supervisione è di Pakos Beatz della Shark Records, il regista è Antonio Amendola. Sono contento anche della prova della mia collega: inizialmente si vergognava. Le ho detto "ma se non ti imbarazzi a fare sesso con sei uomini non avrai problemi a cantare". E così si è sciolta, ora è felice. Era pure lei in un periodo di stanca, il porno è un mondo tremendo».

Si spieghi.
«Troppa concorrenza, pochi emergono, soprattutto le donne vengono trattate da bestie».

Ha iniziato a girare porno come vetrina?
«Faccio il tatuatore e pensavo di sì. Mi sono dovuto scontrare però con il bigottismo del piccolo centro dove vivo: ho perso i miei vecchi clienti, erano turbati dalla fama di pornoattore. Fortunatamente mi sto rifacendo con i turisti».

Si legge che lei è anche un «sex coach».
«Tengo rubriche sui social in cui dò consigli, sia alle aspiranti attrici porno che alle coppie in crisi. Il mio suggerimento principale è parlare col partner senza tabù e pensare al piacere dell'altro. La verità è che sono preoccupato per i ragazzi».

In che senso?
«Non è normale che a 16 anni mi raccontino di esperienze nel bondage: neanche hanno sviluppato una personalità sentimentale che si danno a certe pratiche. Collaboro con alcune equipe di psicologi, anche sui temi della prevenzione, e mi spaventa la scomparsa della libido. Che è poi l'energia vitale: se stai tutto il giorno tra smartphone e serie tv la voglia di vivere si affievolisce».

Ciccio Merolla che fa il video di «Malatia» usando il corpo di Amandha Fox per le percussioni, lei fa un pezzo rap... Musica e pornografia stanno bene insieme?


«A me sembra strano che pochi ci abbiano pensato prima: sono mondi distanti, facciamoli incontrare. All'insegna dell'arte. Forse continuerò a fare musica, forse riprenderò coi film hard, forse unirò di nuovo i due settori. Sono aperto e curioso, mi piace rinascere continuamente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino