Pasquale Renella è uno sconosciuto ventunenne di Acerra. Ma come Kina è una star internazionale in assoluta ascesa, per qualcuno «il musicista campano...
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Da dove viene fuori, Kina?
«Ho ascoltato molta dance e house che mi ha indirizzato verso l'uso dei computer e della produzione elettronica. Mi piace la musica chill-wave ma anche il rap. Volevo produrre a seconda delle emozioni che vivevo: l'ho fatto e il pubblico si è sentito rappresentato».
Canta in inglese, è andato a vivere a Lisbona, nelle sue melodie melanconiche non si avverte Napoli, Acerra, la Terra dei fuochi.
«Non escludo che in futuro il mio suono possa svelare la mia napoletanità».
Magari approdando a un sound urban alla Liberato?
«Mi piacerebbe collaborare con lui, potrebbe uscirne un progetto rivoluzionario: lui ha già rivoluzionato lo scenario musicale nazionale. Ma mi piacciono anche Luchè, Clementino, CoCo e D.Ross, un maestro della produzione».
E la scena notturna cittadina? La frequenta?
«Amo molto le serate hip hop, la città offre un livello alto come i party di Hellheaven».
Si avvicina il momento del primo album. Sogni nel cassetto?
«È bene sognare alla grande: avere Billie Eilish nel mio disco sarebbe grandioso».
Il successo internazionale a 21 anni non è roba da tutti.
«Non bisogna demordere, mai fermarsi. Prima di Kina altri miei progetti sono andati male, ma quando ho seguito le mie emozioni, guardandomi dentro, è uscito il sound che mi ha portato sino a questi risultati».
Il momento è il meno adatto ma arriverà a fare concerti o resterà un fenomeno web?
«Mi piacerebbe molto suonare dal vivo, incontrare i miei ascoltatori. Sto pensando a un live, forse con una vera band, o forse solo con l'aiuto dell'elettronica, vedremo».
Il suo successo deve molto ai teenager di TikTok.
«Ogni artista vuole far ascoltare la propria musica a quante più persone possibili e oggi TikTok è una possibilità concreta, sta surclassando tututti per numeri di iscritti. Prima i brani si diffondevano diversamente mentre con TikTok, come con Instagram, è nato un nuovo scenario che rappresenta un cambio generazionale radicale: ci porta al pubblico che decreta il nostro successo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino