LDA, l'album dopo Sanremo: «Ho visto il buio pesto ma mi sono rialzato»

«Sarò sempre orgoglioso di papà Gigi e di mamma Carmela: mi hanno riempito di complimenti per Sanremo»

LDA sul palco di Sanremo
Era il più giovane, 19 anni, di un Sanremo molto giovane, ed è tornato a casa con un onorevolissimo quindicesimo posto su 28, davanti ad Articolo 31, Paola &...

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Era il più giovane, 19 anni, di un Sanremo molto giovane, ed è tornato a casa con un onorevolissimo quindicesimo posto su 28, davanti ad Articolo 31, Paola & Chiara, Cugini di Campagna e Anna Oxa, oltre a tanti coetanei. Ora, pubblicato il suo primo album, «Quello che fa bene» (tra i produttori Kekko D'Alessio, Adriano Pennino, Max D'Ambra, Steve Tarta e Lvnar), inizia il giro dei firmacopie: alle 17.30 sarà a Giugliano (parco Grande Sud), domani a Eboli (Le Bolle), martedì a Napoli (Feltrinelli Stazione), il 26 a Nola (Hyria Space). Poi verranno i concerti il 19 aprile ai Magazzini Generali di Milano, il 21 al Palapartenope per un bagno di folla in casa, il 22 all'Atlantico Live di Roma.

Iniziamo con un bilancio del Festival, Lda? Com'è andata con la tua «Se poi domani»?
«È stato fantastico, semplicemente fantastico. Un'esperienza magnifica, massacrante, magica. Che non mi lascia tempo per pensare: ora devo fare, cantare, raccontare chi sono».

Che è quello che più ti preme da quando hai scelto come nome d'arte le tue iniziali.
«Sono Luca D'Alessio, sono il figlio di Gigi D'Alessio, ma sono anche, e soprattutto, un ragazzo di 19 anni che canta la vita di un ragazzo di 19 anni».

Nel disco le storie d'amore sono neoromantiche e i suoni, sia pur rivisti in chiave contemporanea, magari anche urban, sembrano guardare alle melodie anni Settanta.
«Se alcuni artisti, se alcune canzoni di quel periodo sono ancora nel nostro cuore ancora vuol dire che hanno fatto centro. Credo che si possa ripartire dal passato con suoni nuovi, con produzioni attuali. Penso alla lezione di Lucio Dalla, allo storytelling di "Caruso", quasi un film».

Partiamo dalle canzoni d'amore. Parli di tradimenti, di ex, di sentimento e di carne. Ma cos'è l'amore per te?
«È una cosa romantica, bruciante, come nei film. Magari cambierò atteggiamento crescendo, ma oggi lo vivo, e lo canto, così».

Accanto al duetto, ascoltato anche nella serata delle cover, di «Oggi sono io» con Alex Britti, spiccano due canzoni. Iniziamo da «Cara Napoli»? Un omaggio, ma con la consapevolezza dei difetti della città e dei tuoi concittadini: «Il calore della gente o ti scalda o ti scotta la pelle», canti.
«Sì, non sono tutte rose e fiori, ma... che "ammore" di posto, lo dico in dialetto, con le due, anzi quasi tre, "emme" necessarie, anche se ho scritto il pezzo in italiano perché volevo che tutti mi capissero. Quando dico "ti difenderò/ dai pregiudizi e tutti i tuoi tormenti" riconosco i pregiudizi che paghiamo, ma anche i tormenti che ci agitano».

Il brano più scabroso è «Luca»: «Quanto tempo che ho sprecato appresso alle mie paranoie/ attacchi d'ansia nella stanza, va più veloce il cuore/ Sembro un vecchio ormai non esco, ne ho solo diciannove/ Io non bevo, a tratti astemio, tanto mi sveglio in hangover». Sembra tu stia parlando dal fondo di un tunnel.
«Ho visto il buio, ma quello nero nero, senza una "vrenzola" di luce. Canto la fine del matrimonio dei miei genitori, dei giorni in cui, a scuola, mi mettevo con le braccia conserte: disegnavo una X su una relazione, la loro, finita presto, finita male. Per quella fine ho sofferto, mi metto a nudo in questa canzone».

Davvero, soprattutto considerando la notorietà di tuo padre, la voglia di tua madre di non essere risucchiata dal teatrino del gossip, la fragilità che qui confessi.
«Fragile sì, ma anche uscito dal buio per cercare la luce, per capire perché dall'amore si passi al disamore e poi resista e resti sempre e comunque l'amore per il figlio, l'amore per i genitori. Ho avuto attacchi di panico, di ansia, ancora, come canto, cerco risposte a cicatrici con su scritto c'est la vie».

Ascoltando Chopin e annegando nei fiori di Bach?
«Mi sono serviti anche quelli. Mi cito ancora: Il silenzio è un libro quando dentro hai un buco/ che riempi con parole che non hai mai avuto./ E se parlo d'amore è per far finta di averlo vissuto».

Sei spietato: «Ho passato per cercare la soluzione/ Non sai quanto mi fa male la separazione».
«È la verità, come anche, e lo canto subito dopo, che dietro le nuvole ci sarà sempre il sole. L'ho visto, lo seguo. E, grazie a Sanremo, non ho tempo per pensare ad altro».

E il tour?
«All'americana, un vero show. Con una sorpresa, un altro Luca, forse un ologramma».

Poi un giorno Lda tornerà ad essere Luca D'Alessio?


«Lda è sempre Luca D'Alessio, orgoglioso di papà Gigi e di mamma Carmela: mi hanno riempito di complimenti per Sanremo».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino