«Lol: chi ride è fuori», Fabio Balsamo nella terza stagione: «È Nino Frassica il nemico più pericoloso»

«Mi vedrete vestito da Pulcinella ma in realtà, e lo preciso, sono solo vestito di bianco. Davvero basta che un napoletano si vesta di bianco per diventare Pulcinella?»

Il cast di Lol 3 al gran completo
Nella terza stagione di «Lol: chi ride è fuori» in arrivo su Amazon Prime il 9 marzo, Frank Matano in alcuni momenti si traveste e imita Fedez, conduttore con...

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Nella terza stagione di «Lol: chi ride è fuori» in arrivo su Amazon Prime il 9 marzo, Frank Matano in alcuni momenti si traveste e imita Fedez, conduttore con lui del comedy-show prodotto da Endemol Shine Italy. Ma vedremo anche Luca Bizarri e Paolo Kessisoglu in versione gemelle di «Shining», il cinghialetto di Fabio Balsamo, Brenda Lodigiani che dà vita a Victoria dei Maneskin, Maccio Capatonda che si trasforma nel supereroe Riposaman, con cuscino incorporato. Ma a gareggiare quest'anno ci sono anche: Nino Frassica, Herbert Ballerina, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta Filippi, Marina Massironi, Maccio Capatonda, Fabio Balsamo dei The Jackal. Obiettivo dei concorrenti è rimanere seri per sei ore consecutive, cercando contemporaneamente di far ridere i loro avversari per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a favore di un ente benefico scelto dal vincitore.

Balsamo, Matano parla di «Lol» come di una prova fisica, mentale e psicologica e anche di un esperimento sociale. Per lei che esperienza ha rappresentato?
«Ho scelto di farlo per spazzare via gli stereotipi napoletani e per portare in scena il napoletano contemporaneo, ma non è stata cosa facile».

Che cosa succederà?
«Mi vedrete vestito da Pulcinella ma in realtà, e lo preciso, sono solo vestito di bianco. Davvero basta che un napoletano si vesta di bianco per diventare Pulcinella? Preconcetti e pregiudizi vengono anche dall'immaginario collettivo: quando mi verrà un certo languorino e prenderò degli spaghetti dal marsupio per mangiarli, tutti penseranno a Totò».

Nella sua performance c'è più improvvisazione o più preparazione?
«Metà e metà. Ho preparato molte cose per affrontare quest'avventura, però in scena sfrutto anche l'improvvisazione. Sono stato aggressivo attaccando gli altri, non volevo sottrarmi. Ho aggredito e subìto l'aggressione. A Lol" c'è un sano modo di vivere la competizione e un cast che restituisce la voglia di giocare. Moltissime cose sono improvvisate come il suono della zampogna in risposta a Luca e Paolo. Mi è venuto spontanea per difendermi, loro attaccano insieme, dovevo reagire in modo netto. Però c'è anche la mia esperienza di attore come nello sketch di un cinghiale che ha un problema cardiaco e vuole correre, oppure quello del coniglio che sente un rumore fuori dalla tana e quando esce scopre che c'è un mondo che non conosceva».

Che consigli ha avuto dai The Jackal, Fru e Ciro Piriello, che hanno già partecipato a «Lol»?
«Loro hanno gareggiato alla prima edizione, Ciro l'ha addirittura vinta. Io ho dovuto fare un bilanciamento delle edizioni precedenti e trovare il mio ruolo, quello di una persona che rifiuta il cliché del comico napoletano, dei luoghi comuni come la pizza e il mandolino. Mi mostro stanco di questi luoghi comuni, ma poi ci cado dentro pure io».

Come ha fatto a trattenere la risata?
«Grazie alla preparazione da attore, ma sono stato spiazzato tante volte. Nino Frassica è il pericolo numero 1. Mi fa molto ridere anche vedere gli altri che trattengono la risata».

Quale è stato il momento più difficile?
«Quando Frassica scriveva alla lavagna. Leggendo le sue parole ridevo. Mi fregavo da solo perché il mio cervello realizzava le battute nella lettura. Il pensiero è più veloce delle parole».

«Beata te» di Paola Randi, il film di Sky che interpreta al fianco di Serena Rossi, è andato bene.
«Sì, è andato bene oltre le aspettative. Forse perché stimola una risata tragicomica che riprende la nostra tradizione napoletana».

L'altro campano del cast, Matano, è pronto alla tenzone: per lui «Lol» è «un esperimento sociale con i comici. Provi un senso di inadeguatezza di fronte a artisti che stimi tantissimo. Alle volte non parli, altre prendi coraggio. È una prova fisica di sei ore». 

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Il Mattino