Zurzolo: "Con Shepp jazz alla Madonna dell'Arco"

Zurzolo: "Con Shepp jazz alla Madonna dell'Arco"
Tra una session orchestrale ed un'ospitata, Marco Zurzolo è al suo quinto concerto con Archie Shepp, «ma questa volta è un progetto tutto mio, anzi tutto nostro, una sorta...

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Tra una session orchestrale ed un'ospitata, Marco Zurzolo è al suo quinto concerto con Archie Shepp, «ma questa volta è un progetto tutto mio, anzi tutto nostro, una sorta di incontro tra un simbolo del popolo nero e una voce del popolo napoletano». Il sassofonista racconta così il concerto nell'ambito della ventesima edizione di «Pomigliano jazz» che lo porta stasera ad esibirsi, in compagnia del leggendario collega, nel chiostro del santuario della Madonna dell'Arco, a Sant'Anastasia, a continuare l'incanto alle pendici del Vesuvio dopo lo splendido concerto in vetta di Maria Pia De Vito, Enrico Rava e Roberto Taufic: «C'ero anche io sulla bocca del cratere, quasi a fare a passare il testimone della prima avventura sonora sul vulcano, l'anno scorso, quando duettai con Galliano. Maria Pia è stata strepitosa, ha tradotto in napoletani capolavori di Chico Buarque De Hollanda come "Construcao" e li ha fatti convivere con brani della tradizione napoletana o con intensissime riletture di Pino Daniele, come una "Lazzari felici" da brividi. Il tutto nel nome della gioia di fare musica, con rigore ma anche con leggerezza, e con la complicità della tromba lirica di Rava e della chitarra raffinata del brasiliano, oltre che di un pubblico che, per non infastidire i volatili che nidificano sul cono, invece di applaudire scuoteva gioiosamente le mani: uno spettacolo nello spettacolo. Se la De Vito portava il Brasile a Napoli, Shepp porterà il suono del jazz e della sua gente nelle mie avventure newpolitane: riprendamo i materiali di "Ex voto", album sulla liturgia devozionale proprio della Madonna dell'Arco, ma anche di "Napoli ventre del Sud" e "Pulcinella" e li immergiamo ben più che all'origine nel fiume carsico dell'improvvisazione. Il direttore artistico Onofrio Piccolo non vuole solo concerti, ma idee, produzioni, suoni nuovi o almeno originali: è quanto successo sul Vesuvio, è quanto proveremo a fare noi».




Suoni «site specific», verrebbe da dire rubando la terminologia all'arte contemporanea: «È vero: suonare su un vulcano o nel santuario caro alla religiosità popolare fa la differenza, come la farà quando Pieranunzi si esibirà con Mirabassi nella villa che fu dell'imperatore Augusto a Somma Vesuviana o quando Steve Coleman scatenerà i suoi Five Elements nella cornice della basiliche paleocristiane di Cimitile. Il mio, però, più di tutti, è davvero un work in progress site specific, note ispirate dalla Madonna dell'Arco pronte per essere rilette sul posto con la sensibilità di un mito del jazz da sempre attento alle radici».



L'ingresso è gratuito, con i due sassofonisti in scena Francesco Nastro al piano, Reggie Washington al contrabbasso e Peppe LaPusata alla batteria.



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Il Mattino