Massimo Ranieri, Tutti i sogni ancora in volo stasera in tv: «Canto il primo amore e altri racconti»

«Parlerò della mia vita privata, degli schiaffi che ho preso e che fanno male»

Massimo Ranieri
Da «Sogno e son desto» a «Tutti i sogni ancora in volo». Massimo Ranieri non smette mai di far librare mente e cuore nel firmamento dei desideri: «A...

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Da «Sogno e son desto» a «Tutti i sogni ancora in volo». Massimo Ranieri non smette mai di far librare mente e cuore nel firmamento dei desideri: «A 72 anni il mio cassetto dei sogni è un armadio a sei ante». Uno tra i tanti? «Portare a teatro il testo che amo di più, “Zio Vanja” di Cechov. Vedrete, ce la farò... Poi ci sono quelli che stanno per realizzarsi: cantare accompagnato da una orchestra di 50 musicisti, come accadrà nel concerto a Caracalla il 24 luglio; o tornare a recitare in una fiction, tratta da un mio soggetto, come “La voce che hai dentro”, in programma a ottobre su Canale 5. Intanto, almeno uno è già realtà: lo scudetto del Napoli. Lo dirò anche al pubblico in tv».

Sì, l'eterno scugnizzo tornerà su Raiuno sette anni dopo «Sogno e son desto». E lo farà come scugnizzo multimediale, perché «Tutti i sogni ancora in volo» è il titolo di un suo libro (2021) che è diventato disco, spettacolo teatrale e, ora, prende anche la forma di show televisivo. Le due puntate, in prima serata, andranno in onda stasera e venerdì 2 giugno. Tra gli ospiti, previsti Gianni Morandi, Diodato e Tiziano Ferro.

Con Massimo saranno una nutrita orchestra, diretta da Leonardo De Amicis; un corpo di ballo che eseguirà le coreografie di Grazia Cundari; e una dama che gli farà da spalla gentile e accoglierà gli ospiti, mettendo in gioco grazia e simpatia innate, la spagnola Rocìo Muñoz Morales, attrice, conduttrice, modella ed ex ballerina: «Bellissima, bravissima, e innamorata dell'Italia più degli italiani stessi... perché quando sei troppo immerso nella bellezza, come noi, alla fine non te ne accorgi più, ed è grave». 

Perché proprio lei?
«Avremmo dovuto girare un film, la pandemia ci ha fermati, ma abbiamo fatto una promessa: prima o poi lavoreremo insieme».

Con Rocìo Ranieri accompagnerà il pubblico nella dimensione del sogno, che gli appartiene più di altre, potremmo dire geneticamente. Vero?
«Ebbene sì, ma ho voluto questo tema anche perché, altrimenti, quale argomento avrei potuto scegliere? Il nulla che invade tanti programmi della televisione di oggi? Io vengo dalla grande tv di una volta. Ho avuto il privilegio di partecipare a varietà diretti da registi come Antonello Falqui, con direttori che si chiamavano Piccioni e Canfora... “Senza rete” dall'auditorium della Rai di Napoli, Pino Calvi alla guida dell'orchestra... che meraviglia! Quella era una televisione dai contenuti solidi, espressione di un Paese che era emerso dalla tragedia della guerra, lavorava, produceva, aveva saldi principi etici e, in quelle ore serali, voleva sorridere, rilassarsi».

E oggi?
«Vedo tanta stupidità e l'impero nevrotico del telecomando».

Racconterà la sua vita artistica?
«No, no, basta. Andrò oltre, stavolta parlerò della mia vita privata».

Addirittura!
«Sì, degli schiaffi che ho preso e che fanno male, a cominciare dal primo amore».

Dunque, il sogno è la chiave per accedere alla sterminata galassia del più forte tra i sentimenti... con l'inevitabile corollario dei suoi frutti dolorosi.
«Esatto, e penso agli errori che si commettono in suo nome, alle lezioni di vita che ci insegna. L'impresa è difficile, difficilissima, ma non possiamo fare a meno né di amare né di sbagliare. Eppure, non ho dubbi».

Su che cosa?
«Ho pena di chi non soffra per amore, perché è quella la vita. Ci danniamo per trovare la nostra perla nera, ci riusciamo e, poi, o lei fugge via oppure siamo noi a lasciarla andare per disattenzione, ignoranza, a volte per banalità, o per le distrazioni del neo-consumismo. E quando - dopo - la incontriamo e le confessiamo... Sai, ora ho capito..., la sua risposta già aleggia nell'aria: Mi dispiace, è tardi ormai. E a te non resta che rompere la testa contro il muro».

Alla fine?
«Alla fine, con Socrate rispondo: in amore, so di non sapere. Nulla».

Dunque, tra le canzoni in scaletta, non potrà mancare "Perdere l'amore». Assieme a...?
«Se bruciasse la città; Rose rosse per te; La voce del silenzio in coppia con Diodato; Tu vuo' fa' l'americano e Pigliate na pastiglia di Carosone».

Rocìo?
«Abbiamo preparato una sorpresa».

Primo ospite?
«Gianni».

Morandi?
«E chi altri? Un amico. Avremmo dovuto rispettare il copione, ma siamo andati a braccio».

Duetti con lui?


«Sì, sulle note di C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino