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A 29 anni gli diagnosticarono il Parkinson. E lui, la star di "Ritorno al Futuro", si buttò sull'alcol. Michael J. Fox racconta il suo male incurabile ma ci tiene a dire: «Non sono patetico». Il film in cui racconta ciò che il destino gli ha riservato è "Still: la storia di Michael J. Fox". Si poteva intitolare Still Alive, Ancora vivo, e assumere tanti significati. E sarà disponibile su Apple Tv+ dal 12 maggio.
E' un viaggio privato che non aveva mai mostrato, inclusi gli anni seguiti alla diagnosi quando era un attore spensierato e scanzonato. Eccolo con il personal trainer e con la fisioterapista, esercizi fisici e vocali. Non voleva niente di apologetico e compassionevole. Dice che nei primi tempi «nessuno al di fuori della mia famiglia sapeva», confessa che «non avere una via d'uscita è la cosa più tremenda».
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Il dolore
In una vecchia intervista in tv gli chiedono: lei è consapevole che il pubblico la guarderà con occhi diversi? E lui: «Qualcuno mi rifiuterà, altri non capiranno, non mi accetteranno». «Si è una malattia incurabile, e non mi spaventa. Quando i medici si pronunciarono la prima volta, ero incredulo, dissi, beh questo non può succedere a me. Negli ultimi tre anni ho rotto entrambi i femori, la faccia, una mano.
L'alcol
«Sono andato via di casa a 17 anni e a 21 sono diventato la nuova star del cinema. Mi sono confrontato col successo, la gioia e l'andar fuori di testa. All'inizio ho elaborato la mia tristezza e la mia depressione bevendo troppo. Ma quella non poteva essere la fine della storia. Ho cercato una nuova strada per vincere e cavarmela. Con l'aiuto di mia moglie Tracy ce l'ho fatta. Se sono felice, è per la mia famiglia, Tracy, che conobbi sul set della sit-com Casa Keaton , e i miei quattro figli che amano la vita, e questo, oggi, vuol dire qualcosa».
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